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Processi rinviati per sciopero

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I magistrati congelano l'astensione: vogliono chiarezza

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assemblee e dibattiti in diverse città, e a Roma una manifestazione nazionale, con l'intervento di esponenti della maggioranza e dell'opposizione, tra cui il leader della Margherita Francesco Rutelli. L'adesione alla protesta, proclamata dall'Unione delle Camere penali - che rappresenta 8500 avvocati - è stata compatta. Pochi sono stati i processi celebrati nelle aule di giustizia; uno scenario che si ripeterà probabilmente nei prossimi giorni visto che la protesta andrà avanti sino a sabato prossimo. E che si potrebbe riproporre in tempi brevi, se i penalisti non avranno risposte alla loro richiesta di separare le carriere in magistratura. LE RAGIONI- «Vogliamo una riforma vera dell' ordinamento giudiziario, non di facciata come quella in discussione alla Camera che suggella l'attuale commistione delle carriere in magistratura in violazione della Costituzione», ha ribadito nella manifestazione di Roma Randazzo. Secondo i penalisti infatti la separazione delle carriere «è imposta dalla legge e dalla logica, per assicurare la parità delle parti nel processo, davanti a un giudice realmente terzo». I PROCESSI SALTATI - Assicurate le urgenze e i procedimenti con i detenuti, come prevede il codice di autoregolamentazione dei penalisti, sono stati diversi i processi che oggi sono saltati per effetto della protesta. Tra le «vittime» dello sciopero a Milano un processo che vedeva imputato Paolo Berlusconi ed altre quattro persone accusate di irregolarità di natura finanziaria, rinviato al 5 aprile. Slittamento anche per la chiusura in programma del processo per l'incidente aereo avvenuto tre anni fa a Linate; in questo caso però nessuna sorpresa: il presidente della quinta sezione del tribunale Ambrogio Moccia, sapendo dell'agitazione degli avvocati, aveva già cancellato l'udienza di oggi, rinviando tutto al 16 aprile. MAGISTRATI: CONGELAMENTO SCIOPERO - Mentre i penalisti sono sulle barricate, i magistrati si apprestano a confermare il congelamento del loro sciopero proclamato a febbraio per ragioni diametralmente opposte a quelle dei penalisti. L'obiettivo è sia attendere che la maggioranza faccia chiarezza sulla propria linea, visto che alla presentazione degli emendamenti si è presentata in ordine sparso, sia non chiudere la porte del dialogo, a maggior ragione ora che la maggioranza sembra non voler accelerare l'iter della riforma.

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