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Rai, Cattaneo commissaria i direttori di Rete

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Meno poteri e meno privilegi. Petruccioli e Annunziata attaccano il dg e cercano di bloccare le nomine

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Un signore di grande potere che della sua fetta di Tv faceva quello che voleva o quasi. Chiamava personalmente divi dai cachet miliardari, mettendogli accanto, a suo piacimento, le più belle donne del pianeta e mandava in onda show faraonici ripettando più o meno il budget annuale...E quando sforava (praticamente sempre) non era poi un dramma se l'Auditel lo aveva premiato. Questo «reuccio» baciato dalla fortuna che viveva il suo mandato come una sorta di sovranità indiscussa, ora non c'è più. E presto, forse, scomparirà del tutto. Anche se le ultime voci parlano di una riorganizzazione in due fasi per Cattaneo. Una mini-riorganizzazione da fare il 5 e 6 aprile (con abolizione divisioni e nomine consociate) e la grande riorganizzazione da attuare dopo. In ogni caso però l'obiettivo è quello di snellire di molto la macchina produttiva e di far piazza pulita di antichi privilegi. In attesa della riorganizzazione pre-pasquale (la Annunziata mancherà per due settimane «americane», in cui sarà per forza di cose meno barricadera...) nei corridoi di viale Mazzini e Saxa Rubra si vive in uno stato di panico. La guerra sui dati di Pavia (lunedì Cattaneo ha convocato i direttori sul pluralismo) è solo la facciata di una fibrillazione permanente. E i più preoccupati sono proprio i direttori di rete: Del Noce, Marano e Ruffini. Le voci più terroristiche parlano di loro «retrocessione» al ruolo di semplici capistruttura, mentre i più saggi riferiscono di un cambiamento della filosofia aziendale in cui si bada soprattutto a risparmiare e ad ottimizzare. Tutta la capacità decisionale l'avranno di 6 superdirettori più 2, che quindi dovrebbero essere 8. E riguarderanno i settori nodali del servizio pubblico: Comunicazione esterna (Guido Paglia), Commerciale (Roberto Di Russo), Personale (Gianfranco Comanducci), Acquisti (Giuseppe Cereda), Palinsesto (Alessio Gorla), Radio (Marcello Del Bosco) ecc. Grande autonomia avranno sempre società come RaiCinema (quindi Giancarlo Leone) e la futura RaiFiction di Agostino Saccà che potrà decidere quale prodotto dare a RaiUno e quale a RaiDue. In sintesi: un superdirettore deciderà il budget per ogni rete e li controllerà, un altro concederà i conduttori adatti al programma e un altro ancora sceglierà film e fiction e quando e dove mandarli in onda. Ed è probabile che tutto questo «piano» firmato Cattaneo sarà vincente. Non la pensano così però sia il presidente della Vigilanza Petruccioli e l'Annunziata che ieri hanno manifestato «preoccupazione» e scatenato un parapiglia fra maggioranza e opposizione. «Non si proceda a nomine» prima che ne siano stati comunicati i «criteri che ne sono alla base», chiede allarmato Petruccioli in una lettera inviata al dg e alla presidente che subito gli risponde di non avere elementi necessari per fornirgli «informazioni corrette e fondate». Pronta la risposta di Cattaneo: «I criteri sono stati già discussi dalla commissione». E si infuria con la presidente per i toni della lettera. Subito scatta il muro contro muro: Petroni e Romani accusano Petruccioli di «voler interferire» in maniera pretestuosa.

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