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Devolution, La Loggia apre a miglioramenti D'Alema boccia il provvedimento senza appello. L'opposizione ora spera nel referendum

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Con la Cdl che però non esclude milioramenti. «La riforma segna un risultato importantissimo - dice infatti il ministro per gli Affari regionali La Loggia - Siamo alla prima lettura, il percorso è ancora lungo e ulteriori miglioramenti si potranno sicuramente fare». «Siamo riusciti a portare a compimento una riforma completa della seconda parte della Costituzione - aggiunge il ministro - si realizza un federalismo sicuramente più equilibrato e solidale in cui il ruolo delle Regioni è cresciuto molto ed è più forte di prima. È ovvio che bisogna trovare un equilibrio tra il potere centrale e i poteri periferici, così come il rafforzamento dei poteri del premier. È ovvio che ci possano essere non complete soddisfazioni, così come nel caso delle Regioni, ma credo che abbiamo fatto un importantissimo passo in avanti». Ma Massimo D'Alema, a suo tempo presidente della bicamerale, boccia senza appello il disegno di legge approvato a Palazzo madama. «Le riforme approvate sono un enorme pasticcio che non farebbe funzionare le istituzioni e sono pericolose perchè contengono norme che mettono a rischio l'unità del paese». D'Alema si mostra sicuro del fatto che, quand'anche il disegno di legge dovesse ricevere l'approvazione definitiva del Parlamento, non supererebbe la prova del referendum. «La mia opinione è che questa riforma prima la si approva, meglio è, tanto alla fine il popolo la boccerà ». A favore del referendum , anche il leader dello Sdi Boselli, mentre Piero Fassino è convinto che alla Camera il centrodestra non riuscirà ad approvare il disegno di legge «perchè si renderà conto che le riforme proposte sono ingestibili». L'opposizione alle riforme da parte dell'Ulivo è a tutto campo. Il titolo dell'Unità «Attacco al cuore della Repubblica» esprime bene la posizione della minoranza parlamentare sul testo licenziato dal Senato. È un atteggiamento che mette d'accordo riformisti e radicali. A questa offensiva, risponde il centrodestra in modo compatto, mettendo da parte le divisioni emerse al momento del voto. La Lega Nord, si appresta a riunire i suoi militanti domenica a Bergamo: e quella, dice il ministro del Carroccio Roberto Maroni «sarà una giornata di festa», il cui merito è in primo luogo di Umberto Bossi. Domenico Nania, capogruppo di An a Palazzo Madama, dice che le previsioni di D'Alema si riveleranno sbagliate, perchè il referendum lo vincerà il centro destra. «D'Alema come altri autorevoli esponenti della sinistra dice un cumulo di bugie e di mistificazioni», sostiene l'esponente del partito di Fini. Sul disegno di legge, però, restano le perplessità del presidente del Senato Marcello Pera. In attesa che Pera si pronunci oggi a Cernobbio, parla il suo consulente Peppino Calderisi, esperto di problemi costituzionali e leggi elettorali. Secondo Calderisi, il problema non è quello denunciato dal centrosinistra, di un'eccessivo carico di poteri nelle mani del premier; ma semmai quello del ruolo potenzialmente distruttivo del Senato federale. Potendo occuparsi di quasi tutte le materie che riguardano l'attuazione del programma di governo, ma senza poter essere sciolto dal premier, il nuovo Senato «rischia di provocare l'ingovernabilità e la paralisi decisionale». Alle obiezioni di Calderisi, replica il relatore delle riforme al Senato, il capogruppo del'Udc Francesco D'Onofrio. «Sono obiezioni anche non condivisibili, ma se fossero state accolte non avrebbero mai fatto partire il treno delle riforme». Secondo D'Onofrio, ora che la partita si sposta alla Camera ed è «scontato» che il disegno di legge verrà modificato.

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