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«Restiamo in Iraq o mio marito sarà morto inutilmente»

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I nostri soldati devono restare sia perché il popolo iracheno ne ha bisogno sia per non rendere inutile il sacrificio di chi, come mio marito, è morto». Lo ha affermato Margherita Caruso, moglie del brigadiere dei carabinieri, Giuseppe Coletta, ucciso nell'attentato terroristico a Nassiriyah il 12 novembre del 2003. La donna ha ritirato ieri a Palermo, al comando regione carabineri Sicilia, una borsa di studio di 3.615 euro assegnata alla figlioletta di tre anni dal Rotary Club del capoluogo. «Il fatto che la legge che estende i benefici delle vittime di mafia a quelle siciliane di Nassiriyah si sia arenata all'Assemblea regionale siciliana non mi tocca più di tanto. Ciò che mi importa e che mi ha importato veramente - ha detto ancora la vedova Caruso - è la sensibilità della gente e l'affetto dell'Arma dei carabinieri».

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