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Prodi tenta la conciliazione impossibile

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dall'altro dice a Berlusconi che le due manifestazioni (quella bipartisan e quella pacifista) non sono in contraddizione, anzi «sono parte di un comune impegno contro il terrorismo». La manifestazione di giovedì servirà a mostrare «l'unità delle istituzioni democratiche» contro il terrorismo, mentre quella di sabato dimostrerà che «chi vuole la pace non può che essere anche contro il terrorismo». Nel frattempo Romano Prodi, reduce dal congresso della Margherita, sostiene che la lotta al terrorismo richiede «non solo una risposta di forza ma una risposta politica». Ieri sera nel corso del vertice bolognese a casa sua Piero Fassino è stato nominato portavoce della Lista. Il 5 aprile si insedierà a Roma il comitato nazionale della Lista Prodi e saranno fatte tre manifestazioni nazionali e che partirà una sottoscrizione per la campagna elettorale sul territorio. Sul fronte del centrodestra, quasi tutti sono allineati sulla posizione di Berlusconi, con l'eccezione della Lega che dice no alla manifestazione unitaria: come spiega Roberto Calderoli, i leghisti non vogliono marciare insieme «a chi fino a ieri ha difeso Cesare Battisti». Il ministro Maurizio Gasparri chiede con forza una posizione chiara della sinistra: «È giusto e doveroso dar luogo a manifestazioni unitarie di condanna del terrorismo e quindi tutte le forze politiche devono partecipare con convinzione a scadenze unitarie su questo tema. Ma ci sono alcune domande alle quali la sinistra ha il dovere di rispondere per dimostrare, in tutte le sue componenti, rigore e coerenza nella lotta al terrorismo». Ad esempio: «Perchè Lollo, responsabile dell'uccisione dei fratelli Mattei, giovanissimi militanti di destra - chiede Gasparri - può sottoscrivere dal Brasile le liste elettorali dell'Ulivo? Perchè Renato Curcio, già fondatore delle Brigate rosse, in convegni promossi da partiti della sinistra può definire assassina la legge Biagi, ispirata da un docente assassinato dalle Brigate rosse? Perchè nessuno ha sottolineato la gravità del fatto della presenza nella giunta del Comune di Roma guidata da Veltroni, di Nunzio D'Erme, esponente dei centri sociali arrestato perchè avrebbe partecipato all'aggressione in piazza a colpi di spranga di appartenenti alle forze dell'ordine? Per lottare uniti contro il terrorismo, insomma, occorre che la sinistra sia più chiara sui casi Lollo, Curcio, D'Erme, Violante. L'ambiguità e le alleanze anomale - conclude - non giovano in una fase così delicata». «Fassino - dice invece il leader dell'Udc Marco Follini - deve scegliere tra subire i ceffoni di Casarini e fare una manifestazione assieme a me, e le due cose non possono stare insieme».

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