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«Il listone crea problemi anche a Bertinotti» «Non ha senso arrivare al 35% se poi non si ottiene la maggioranza necessario per governare»

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Lo spiega Il segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio che nel bocciare il decreto del Governo sulle missioni di pace, attacca appunto la lista Prodi. Onorevole, sul rinnovo delle missioni di pace italiane all'estero lei ha parlato di bizantinismi riferendosi all'atteggiamento di alcune forze politiche in vista del voto. A cosa si riferiva? «Mi riferivo a questa incredibile posizione della lista riformista. Il dibattito che si è svolto in questi giorni ha visto una vera e propria Babele di posizioni, di proposte. Ci sono state delle incertezze se fosse il caso di votare o di astenersi in una situazione in cui si doveva stabilire l'atteggiamento da seguire su una missione su cui oggi siamo sempre più critici. Nel frattempo ci sono stati molti episodi di violenza, l'attentato di Nassiriya. A nostro avviso il Governo ha sottovalutato i rischi della missione. Le notizie che abbiamo dovrebbero indurre il centrosinistra all'unità e a muoverci per il ritiro delle truppe dall'Iraq. Di fronte a questa situazione parlo di bizantinismo perché non si possono esprimere posizioni contraddittorie. Nella lista riformista si afferma che c'è la guerra, che la situazione è gravissima e poi sul voto finale ci dividiamo perché non votiamo in modo chiaro sul decreto». Le dispiace che non ci sia un leader di coalizione capace di esprimere una posizione su un tema così importante? «No, affatto. A noi non serve un leader. Ci dispiace che non ci sia un programma unitario e un luogo dove si possa decidere insieme. Noi siamo una coalizione collegiale e siamo alternativi proprio perché non abbiamo bisogno dello zar o del padrone. Quello che a me manca è il programma comune, la decisione collegiale». Alla vigilia del congresso della Margherita come interpreta la differenziazione su cui ha puntato Rutelli su temi come la giustizia e la previdenza? «Questa è la conferma delle nostre preoccupazioni. Se non c'è prima una convergenza programmatica si rischia che la politica diventi improvvisazione. Il dibattito, che dovrebbe svolgersi su temi programmatici, rischia di spostarsi su un tentativo da parte di Rutelli la lista riformista su posizioni più centriste». Qual è il vostro rapporto con gli "ambientalisti" della Margherita, per esempio Ermete Realacci che proviene da Legambiente? «Noi continuiamo ad avere buoni rapporti con gli ambientalisti e anche con quelli della Margherita e dei Ds. Anche negli altri partiti del centrosinistra ce ne sono state di componenti ambientaliste. Ovviamente, comprendiamo le loro difficoltà perché si trovano in partiti politici dove la priorità non è quella dell'ambiente. Noi cerchiamo di avere buoni rapporti con tutte le forze affinché convergano su posizioni ambientaliste. La nostra buona salute, nonostante gli attacchi che subiamo, è la polizza dell'alleanza di tutti gli ambientalisti». Rifondazione Comunista sta vivendo un momento molto difficile: sono volate critiche verso Bertinotti per il suo avvicinamento al centrosinistra. Si rischia un'altra scissione? «Sono contento che dopo i Verdi, anche la sinistra lavori ad un partito europeo. La loro scelta è più sofferta perché è più recente. Per quanto riguarda Bertinotti, penso che Fausto stia fecendo un buon lavoro dentro il suo partito per consentire la grande alleanza che vada oltre l'Ulivo. Ormai siamo oltre l'Ulivo e dobbiamo costruire una nuova alleanza. È evidente che l'atteggiamento della lista riformista danneggia il lavoro di Bertinotti. La sinistra riformista sta creando delle difficoltà a Bertinotti. Se sulla guerra, la lista riformista si sposta dal "No" dello scorso anno all'astensione; se sulla previdenza cerca un alleanza con il Governo questo crea non pochi problemi a tutte le formazioni che ritengono il centrosinistra l'alleanza di Governo alternativa a Berlusconi e non in semplice competizione». Oggi chi si trova nella serie B dell'alleanza tra la lista riformista e gli altr

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