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Parmalat, Francesca libera ma regista del crac Per il Riesame ebbe un ruolo importante. Vertice dei pm: rafforzata ipotesi estorsiva delle banche

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Così Francesca Tanzi, nelle parole di chi l'ha vista, ha riabbracciato nella tarda mattinata la madre Anita che l'attendeva nella villa di famiglia a Fontanini di Vigatto, alle porte di Parma, poco dopo la scarcerazione. «Sono molto felice, il confine fra la libertà e il carcere è davvero immenso» sono state fra le prime parole dette al suo avvocato Luca Sirotti, che di buon mattino era andato a prendere la figlia dell'ex patron della Parmalat nel carcere bolognese della Dozza, appena saputa la decisione del tribunale del riesame di Bologna che le ridava la libertà. Le altre parole, soprattutto domande, sono state per avere notizie di papà Calisto e di Stefano, il fratello finito in manette quel 17 febbraio che era stato fatale anche per lei e che è ancora rinchiuso nel carcere di Parma insieme al padre. Francesca è arrivata nella villa per mangiare con la mamma: vestita sportiva, semplice, con pantaloni e una maglietta di lana. Il telefono di casa suona continuamente, gli amici più intimi chiamano per salutarla e per rincuorare Anita, ma tanti sono anche i giornalisti cui il custode della villa fa scudo, negando ogni contatto. Nella villa hanno accesso solo gli amici più stretti e la sorella Laura, la farmacista che lavora nell'azienda di famiglia della madre, che è andata a trovarla nel pomeriggio con il figlioletto. La ragazza ha lasciato il carcere bolognese della Dozza alle 11,25 di oggi, dopo 20 giorni di cella, grazie alla decisione del Tribunale del Riesame di Bologna che, pur confermando l'esistenza di un grave quadro indiziario, ha accolto la richiesta di scarcerazione. La figlia del patron di Collecchio, partecipò alle decisioni che portarono al collasso della Parmalat, ma - secondo le prime indicazioni delle motivazioni del Riesame - lo fece in un ruolo subalterno al padre Calisto. «Non è stata messa in dubbio l'esistenza di gravi indizi di colpevolezza». Dopo la scarcerazione di Francesca il pm milanese, Francesco Greco, è arrivato a sorpresa in Procura a Parma. Accompagnato da alcuni uomini della Guardia di Finanza, si è chiuso negli uffici per un vertice con i Pm parmigiani. Alla fine la notizia: prende sempre più corpo l'ipotesi di comportamenti estorsivi da parte degli istituti di credito nei confronti di Calisto Tanzi. Questo filtra sulle nuove piste di indagine dopo il vertice tra la Procura di Milano e i pm di Parma Vito Zincani, Vincenzo Picciotti, Antonella Ioffredi e Silvia Cavallari. Su questa ipotesi di lavoro gli inquirenti stanno già svolgendo accertamenti che riguardano in primo luogo le emissioni di bond che, secondo le accuse di Tanzi e Tonna, servivano nell'ultimo scorcio della vita dell'impero Parmalat, unicamente per far rientrare le banche dalle loro esposizioni. Ma insieme a quella di Francesca sono arrivate ieri anche altre decisione del Riesame riguardo agli arresti avvenuti nelle scorse settimane nell'ambito dell'indagine sul crac Parmalat. È stata infatti decisa la scarcerazione anche di Fabio Branchi, l'ex commercialista del patron di Collecchio, mentre sono stati concessi gli arresti domiciliari a Romano Bernardoni, ex presidente di Parmatour e uomo di fiducia di Calisto. Intanto, l'amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani, ha fatto depositare ieri presso la Procura della Repubblica di Parma, una sua memoria difensiva. Ma non è tutto. Banca Intesa ha stanziato nel bilancio 2003 risorse pari a 50 milioni di euro per il rimborso dei corporate bond in default posseduti dalla clientela.

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