Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Non c'è copertura, stop al decreto Parmalat

default_image

  • a
  • a
  • a

L'iter, ha annunciato il ministro delle Politiche agricole Gianni alemanno, riprenderà il 9 marzo. Lo stop, comunque, era stato deciso dal presidente dell'assemblea di Montecitorio Pier Ferdinando Casini dopo che la Commissione bilancio ha bocciato tutti gli emendamenti al testo presentati dal governo e dal relatore, Filippo Misuraca (FI), cosa che aveva già provocato la sospensione della seduta. «Abbiamo - aveva detto Casini comunicando la sua decisione all'aula - il compito di risolvere i problemi, di fare le leggi e di convertire i decreti; ma soprattutto abbiamo la preoccupazione di essere i custodi dei conti dello stato. Questo è compito della Commissione bilancio e di tutta la Camera che è chiamata ad esaminare accuratamente la congruità e la copertura finanziaria di tutti i provvedimenti. Su questo decreto l'opposizione ha fatto rilevare che non c'è linearità nella copertura». E, spiegando di aver parlato con i ministri competenti (dell'Economia e dell'Agricoltura), con il presidente del Consiglio e con i presidenti delle Commissioni di Bilancio e Agricoltura di Montecitorio, Casini aveva aggiunto: «Credo che la cosa più seria sia sospendere l'esame del provvedimento che verrà ricalendarizzato una volta chiariti i nodi rimasti ancora aperti». Dopo la comunicazione di Casini era intervenuto il vice capogruppo Ds Renzo Innocenti, il quale aveva sottolineato che questo «è il quarto provvedimento in poco tempo di cui non si esaurisce la trattazione in aula». «È gravissimo che su un decreto, che peraltro riguarda un tema caldo come quello della Parmalat, il governo non disponga delle risorse finanziarie». Gli aveva risposto dai banchi di Forza Italia Antonio Leone, che pur sottolineando la «legittimità» dell'orientamento della Commissione bilancio», aveva sottollineato che «nella scorsa legislatura il governo di centrosinistra ha portato a casa diversi provvedimenti senza copertura finanziaria, come ad esempio la riforma sanitaria». Secondo la Cgil sono 200mila i posti a rischio. Per questo il sottosegretario alle Politiche Agricole Teresio Delfino ha assicurato un chiarimento rapido.

Dai blog