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Giustizia, i magistrati sospendono lo sciopero

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Decisione dell'Anm dopo l'invito del Csm. Appello ai politici a proseguire sulla via del dialogo

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Ma procediamo con ordine. Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Cimapi, ha definito il rinvio della protesta prevista dall'Anm per l'11 e 12 marzo «una bella notizia». Nella tarda mattinata il Consiglio superiore della magistratura ha detto basta a «invettive» e «denigrazioni» contro i magistrati, rivolgendo un «forte appello» a maggioranza, opposizione e magistratura affinchè sui temi della giustizia prevalga il «metodo del confronto». Dopo la disponibilità del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, a modificare la riforma dell'ordinamento giudiziario, palazzo dei Marescialli ha infatti approvato all'unanimità il documento sulle accuse alle toghe. Documento frutto di una mediazione che ha evitato divisioni e polemiche, portando anche i laici della Cdl ad aderire al nuovo testo. Una pagina in tutto. Il documento approvato dal Csm è di sole 40 righe che hanno però riscritto completamente la versione già approvata dalla Prima commissione con il «no» dei rappresentanti del centrodestra, subito dopo le parole pronunciate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal palco del Palacongressi, alla manifestazione per il decennale di Fi. Ma dal nuovo testo ogni riferimento al premier è sparito. E soprattutto palazzo dei Marescialli rivolge «un forte appello» a tutte le forze politiche, «di governo e di opposizione», nonchè alla magistratura perché sulle riforme e sulla giustizia in generale si prosegua sulla via del «dialogo». Una soluzione, questa, che ha superato il «no» dei rappresentati del centrodestra a palazzo dei Marescialli, i quali in Commissione avevano votato contro il testo iniziale e che invece ieri hanno appoggiato la nuova versione. La scelta, è stato spiegato in tutti gli interventi che hanno preceduto l'approvazione del documento, è stata dettata dalla necessità di favorire proprio quel confronto sulla riforma dell'ordinamento giudiziario, che sta caratterizzando il dibattito di questi giorni. Il documento si apre, infatti, con il richiamo alla riforma, sulla quale «il confronto, già segnato da contrasti e conflittualità, pare ora assumere - sottolinea il Csm - itinerari aperti al dialogo, nella comprensione delle fondamentali esigenze espresse dal mondo dell'amministrazione della giustizia». Il Consiglio lamenta però che, «purtroppo, i rapporti tra magistratura e politica non sono sempre stati improntati, come era ed è auspicabile, ai principi ineludibili del reciproco rispetto e della leale collaborazione». Il Csm rivendica poi di essere un organo «costituzionalmente chiamato a intervenire a tutela della dignità e indipendenza della magistratura».

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