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«Troppi soldi non spesi ai parchi Sfruttare loghi e merchandising»

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La Commissione Ambiente della Camera ha fatto per così dire i conti in tasca ai 22 Parchi nazionali italiani passando al setaccio le aree naturali protette per 16 mesi sia attraverso audizioni che missioni sul campo. Un lavoro raccolto nell'«Indagine conoscitiva sul sistema di gestione amministrativa degli Enti parco nazionali» presentata ieri mattina a Roma alla presenza del presidente della Camera, Pierferdinando Casini il quale ha sottolineato come lo sviluppo di «un'ampia rete di parchi sul territorio rimane un obiettivo strategico, direi quasi un obbligo, nei confronti del nostro Paese e, soprattutto, delle future generazioni». L'indagine sui bilanci dei Parchi è partita dopo che erano state portate all'attenzione della Commissione significative difficoltà di ordine burocratico e amministrativo, per cause anche non direttamente riconducibili all'attività degli Enti parco, «che rischiavano di compromettere lo sviluppo economico delle popolazioni locali e, quindi - ha dichiarato il presidente della Commissione Ambiente, Pietro Armani (An) - di pregiudicare il consenso dei cittadini sulla validità degli obiettivi di difesa naturalistica e ambientale». Il piano d'azione proposto dalla Commissione che prevede interventi anche a breve termine e che non significano solo migliore utilizzazione da parte degli Enti parco delle risorse assegnate ma anche e soprattutto rilancio delle iniziative di autofinanziamento. La Commissione suggerisce quindi di sfruttare la possibilità di istituire filiere di produzione di prodotti tipici cui attribuire un logo e incoraggiare il passaggio da una gestione «per atti» a una «per risultati».

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