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Trantino: su Telekom Serbia daremo prova di saggezza No allo scontro frontale

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Ma cambiare a colpi di maggioranza il regolamento per far sì che Prodi, Dini e Fassino vengano convocati non più come auditi, ma come testi sotto giuramento significherà, inevitabilmente, gettare benzina sul fuoco delle polemiche dopo le dimissioni in blocco dei commissari di centrosinistra. Perciò, quasi certamente la bicamerale d'inchiesta presieduta da Enzo Trantino (An) discuterà, ma non approverà la proposta di modifica del regolamento presentata congiuntamente due settimane fa dai capigruppo di Forza Italia, An, Lega Nord e Udc. «Daremo prova di saggezza» dice Trantino, anche se non entra nel merito di quali possano essere «le iniziative congrue allo studio che possano far capire agli italiani che non abbiamo un interesse persecutorio ma chiarificatorio». Significativo è il fatto che, dopo la mediazione tentata dal segretario dell'Udc, Marco Follini, secondo il quale la Commissione si potrebbe anche chiudere se Prodi e Fassino ammettessero che Telekom Serbia fu un pessimo affare, oggi sarà innanzitutto il rappresentante del partito di Follini a chiedere di non andare allo scontro frontale. «Bisogna trovare una soluzione politica - afferma Maurizio Eufemi, capogruppo dell'Udc -. Aspettiamo intanto le risposte di Pera e Casini alle dimissioni di massa dei commissari del centrosinistra per sgombrare il campo dalle illazioni dell'opposizione che ritiene questa Commissione non più legittima». Insomma, per i moderati la modifica al regolamento dovrebbe rappresentare l'extrema ratio. A non sbilanciarsi è, invece, Giuseppe Consolo, capogruppo di An in Commissione: «Andiamo serenamente avanti per l'accertamento della verità».

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