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Il ministro Marzano: «Andiamo piano con certe iniziative». Bossi, fuori dal coro, affonda il coltello: «Poveraccio, ha già tanti problemi»

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Il messaggio più ricorrente è: la magistratura faccia il suo lavoro rapidamente ma occhio a non colpire le istituzioni e mettere a repentaglio il sistema del credito. Unica voce fuori dal coro è quella del ministro delle Riforme, Umberto Bossi, che definisce il numero uno di Via Nazionale come un «poveraccio» pur non sbilanciandosi in valutazioni. I Ds intanto denunciano il rischio di strumentalizzazioni politiche. La vicenda di Fazio si intreccia inoltre con l'iter del Ddl sul risparmio che il Governo ha trasmesso alle Camere e che molti chiedono di accelerare proprio in considerazione della situazione complessiva che si è venuta a creare in questi giorni. Il primo a schierarsi in difesa del Governatore è Francesco Cossiga: «Quello che credo di poter escludere - afferma l'ex Presidente della Repubblica che in questi mesi ha attaccato anche duramente il numero uno di Palazzo Koch - è che nell'"affaire" possa comunque raffigurarsi una qualunque responsabilità penale del governatore e questo sia per l'alta moralità e correttezza da tutti riconosciutagli, sia per la assoluta assurdità di configurare nei comportamenti dela vigilanza ed in particolare in quelli del dottor Fazio il reato di concorso in truffa». Il ministro Antonio Marzano avverte intanto: «Bisogna andarci piano con certe iniziative. Il magistrato avrà le sue ragioni ma attenzione a mettere in cattiva luce le istituzioni». E il segretario di Alleanza Popolare, Clemente Mastella, afferma: «Giù le mani da Fazio, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà, nella certezza che presto l'inchiesta giudiziaria dimostrerà l'infondatezza delle accuse mosse nei suoi confronti». Marco Follini (Udc), ricorda di essere garantista «non a giorni alterni» mentre per Luca Volontè è dannoso per tutto il Paese «far di ogni erba un fascio come dimostra la nostra recente storia. Noi abbiamo un compito ed una responsabilità: tutelare i risparmiatori, le istituzioni e gli interessi Paese». Interviene nuovamente anche Ivo Tarolli (Udc), molto vicino a Fazio: «Sono certo che la Banca d'Italia fornirà tutti i chiarimenti utili a dipanare ogni dubbio sulla correttezza e sulla trasparenza del suo operato. La vicenda deve potersi concludere al più presto». Anche Gavino Angius (Ds) si augura un epilogo veloce: «Nel rispetto assoluto dell'autonomia della magistratura e del suo operato, ci auguriamo che sia fatta al più presto piena luce sull'intera vicenda». E il leader della Cisl, Savino Pezzotta, sottolinea la necessità di «salvaguardare il ruolo e la funzione del sistema bancario nel nostro paese». E in particolare, sull'iscrizione del Governatore nel registro degli indagati, afferma: «Non entro nel merito delle decisioni della magistratura». Un appello al senso di responsabilità di tutti per evitare di danneggiare l'immagine dell'Italia, già colpita dagli scandali Cirio e Parmalat arriva dal viceministro delle Attività produttive Adolfo Urso. E dichiarazioni improntate alla prudenza arrivano anche da Fi: «Sulla vicenda che ha portato all'avviso di garanzia al Governatore della Banca d'Italia è indispensabile avere la massima cautela, senso di responsabilità e garantismo» sostiene il vice coordinatore, Fabrizio Cicchitto.

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