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«Riforme, non c'è dissenso nell'Udc»

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Ci sono però alcune perplessità, come la riduzione dei parlamentari

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Lo dice a «Il Tempo» il senatore Maurizio Ronconi (Udc), presidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama. Senatore Ronconi, quali le perplessità avanzate dal vostro gruppo sulle riforme? «Nella riunione di gruppo di questa mattina (ieri, ndr) abbiamo sollevato, tramite un documento, una serie di perplessità che, debbo dire, sono state condivise dalla stragrande maggioranza dei senatori dell'Udc. In modo particolare, noi siamo contrari al cosiddetto Election day e siamo anche contrari alla contestualità delle elezioni per il Senato federale con quelle delle assemblee regionali. Inoltre siamo molto perplessi in merito alla diminuzione del numero dei parlamentari. Tutte le Regioni stanno ampliando il numero dei consiglieri regionali. Siamo convinti che un numero troppo basso di parlamentari esporrebbe il Parlamento alle influenze delle lobbies». Secondo lei, è stata prospettata una soluzione soddisfacente? «La soluzione prospettata è stata quella di affidare le perplessità manifestate dal nostro gruppo parlamentare al relatore di maggioranza il senatore Francesco D'Onofrio, che adesso vedrà... (sorride, ndr). Ora bisogna riscontrare le decisioni della maggioranza e vedere cosa pensa una parte dell'opposizione». La mediazione arriverà in aula? «Non so se arriverà in aula. Credo che sia difficile risolvere problemi di questo genere in aula. Credo che sia necessaria una riflessione. Questo compito è di competenza del relatore. Chi ha questo compito sa perfettamente quel è la posizione della maggioranza del gruppo parlamentare dell'Udc rispetto alla riforma complessiva, su cui siamo tutti d'accordo, però chiediamo di rivedere alcune cose: election day e il numero dei parlamentari». Come valuta l'assenza di dialogo sulle riforme con la minoranza? «Il dialogo non c'è. Questa è un'altra preoccupazione. Sarebbe necessario un dialogo più forte tra maggioranza ed opposizioni. Il ddl sulle riforme è ancora un provvedimento di maggioranza». La dialettica interna nella maggioranza sulle riforme? «Mi pare che sia scarsa, difficile e non apprezzabile. Noi riscontriamo una serie di vertici. Non mi pare che tra i gruppi di maggioranza ci sia una grande scambio di opinioni che sia frequente e produttivo». Crede che l'opposizione sfutterà queste incertezze? «Le riforme costituzionali esulano da un discorso di maggioranza e non rientrano nemmeno nella verifica. Le modifiche costituzionali non possono essere trattate come un argomento strettamente legato alla politica della maggioranza».

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