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Sindacato della stampa schierato a sinistra, spunta l'ipotesi scissione

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Il maggior fermento viene registrato alla Rai, dove da tempo la tensione sindacale tra i giornalisti è alle stelle. Non è passata inosservata, a Saxa Rubra, la circostanza che oltre a Natale fossero parecchie le presenze giornalistiche, di vertice e non, al Palalottomatica. Malgrado il clima pre-festivo del weekend, si sono subito infittiti contatti, incontri, telefonate e appuntamenti per dare vita ad una nuova formazione sindacale di coloro non schierati con il centrosinistra. Il direttore de Il Tempo, Franco Bechis, boccia l'ipotesi di un nuovo sindacato. «Non serve la nascita di un nuovo sindacato a estirpare il vero male, vale a dire la politicizzazione. Né - osserva Bechis - si può trasformare un sindacato in un partito per desideri di carriera personale. I sindacati - conclude il direttore de Il Tempo - devono servire solo a tutelare i lavoratori, in questo caso i giornalisti, e non a fare battaglie politiche. Un consiglio? Fuori dal sindacato i colonnelli dei partiti». «La presenza dei responsabili della Fnsi e dell'Usigrai alla convention dell'Ulivo è la conferma definitiva che il vecchio sindacato unitario dei giornalisti è ormai schierato da una sola parte, e non rappresenta più tutta una categoria che pensa a fare una professione, e non a recarsi alle kermesse di partito», è il giudizio di Arturo Diaconale, direttore dell'Opinione. «È opportuno che Serventi Longhi e Natale si dimettano. È una cosa vergognosa la loro partecipazione alla convention dell'Ulivo. Nasce il sospetto, e tocca a loro smentirlo, che vogliano candidarsi e allora lo dicano, o quantomeno che pensino ad un lavoro di partito invece che sindacale. Comunque non rappresentano più la categoria che è fatta anche di non ulivisti», ha detto Gigi Moncalvo, direttore de La Padania. «È evidente che il cordone ombelicale che tiene unita una parte delle fila sindacali della stampa alla sinistra è tuttora stretto e forte», dichiara il portavoce di An, Mario Landolfi.

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