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NEI prossimi giorni la Cdl dovrebbe chiudere ufficialmente la verifica e presentare l'atteso documento sottoscritto dai leader.

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Quanto a Buttiglione è convinto che martedì possa essere la giornata decisiva. Indiscrezioni e voci su presunte parti del documento però ieri hanno suscitato la piccata reazione di Ignazio La Russa. Il coordinatore di An ha spiegato: «Non solo il documento non è firmato, non solo non è definitivo ma queste bozze rappresentano una stesura vecchia e addirittura inesatta su diversi punti». Ha avvertito quindi che «chi ha fatto uscire questi contenuti non si rende conto che, sia pure involontariamente, allunga i tempi di una soluzione che sembrava vicina». Conferma che il testo è ancora in fase istruttoria il coordinatore delle segreterie della Lega Calderoli, il quale però non vede nessun problema sui tempi: «Entro la prossima settimana si chiude - assicura - io non nutro pessimismo. Dopo aver sistemato il discorso sulle riforme, il resto viene di conseguenza». Che ormai manchi poco alla stesura definitiva del documento comune è una convinzione anche del ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione (Udc): «Martedì dovrebbe essere firmato il documento finale - spiega - noi abbiamo fatto diligentemente i nostri compiti. Quando ci saranno le osservazioni di tutti si farà la sintesi conclusiva». Buttiglione è particolarmente soddisfatto per lo spazio che il documento assegnerà al tema «della competitività del Paese e della priorità da assegnare alla politica industriale ed economica». Quanto alle considerazioni fatte ieri dal premier Silvio Berlusconi sul ritorno «alla vecchia politica», il ministro ha le idee chiare: «Noi siamo innocenti - spiega - quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto. Gli ultimi tira e molla non dipendono da noi». Non tutti però nella maggioranza sono rimasti soddisfatti dell'esito provvisorio del confronto interno. Sempre nell'Udc Bruno Tabacci ritiene che ritardare la verifica o addirittura negarla è stato un «errore grave. Oggi vedo una sorta di autoconsolazione. Ma è sbagliato dire che non vi fosse bisogno di rivisitare il programma della coalizione, perché dal 2001 è cambiato tutto nel mondo e in Italia. Si dice che strategia del governo è un modello di efficienza e che non è in discussione. Non è così. Sarebbe stato saggio anticipare i tempi della verifica. Anche perché le prossime competizioni sono sì europee ma avranno riflessi interni».

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