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Cirino Pomicino lascia l'Udc

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Pomicino lamenta «l'abbandono, innanzitutto, di quel disegno politico di fondo che puntava ad una ricomposizione, pur con la gradualità necessaria, dei partiti che fanno riferimento al Ppe. Lentamente, invece, il gruppo dirigente si è spostato sulle posizioni di An, il cui segretario politico, pur avendo avuto coraggiose evoluzioni, resta pur sempre il segretario di un partito della destra democratica». Inoltre, scrive sempre l'ex ministro, «abbiamo messo il silenziatore sulla battaglia per il ritorno al proporzionale» e, «in cambio», «abbiamo dato via libera ad una riforma costituzionale che mescola un confuso e allarmante federalismo con una preoccupante subalternità della vita del Parlamento alle decisioni politiche del primo ministro di turno». Pomicino protesta: su questo e altri argomenti «nessun confronto è stato avviato al nostro interno» e le vicende della verifica di maggioranza hanno infine «dimostrato che più che di un aggiornamento e di un rilancio dell'azione di governo, si puntava a nuove posizioni di potere, svincolate, però, da qualunque nuova politica sul terreno economico, sociale, giudiziario e costituzionale».

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