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Annunziata scende in politica e attacca il premier

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Oggi in CdA rischia la sfiducia. Ma potrebbe far marcia indietro. Per FI e An «se ne deve andare»

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Ieri infatti ha fatto di tutto per farsi cacciare da viale Mazzini, cominciando la sua settimana di campagna elettorale con una bordata contro il presidente del Consiglio e contro gli altri consiglieri d'amministrazione della Rai: «So per certo che Berlusconi alza il telefono e chiama i consiglieri d'amministrazione per suggerire nomine ed influenzare le scelte sui programmi». E sceglie un bel pranzo con i corrispondenti della Stampa Estera per la sua pesante accusa, in modo da dare una ufficialità internazionale a dichiarazioni che si riferiscono alla recente discussione del Consiglio sulla candidatura di De Bortoli alla conduzione della striscia post Tg1. Il suo attacco, personale e politico nei confronti del premier e dei suoi stessi compagni di consiglio, dopo il discorso di autodifesa pronunciato venerdì sul palco dell'Auditiorum davanti a tutto il centrosinistra, suona consequenziale per molti fra i consiglieri e fra i deputati della Vigilanza che reagiscono duramente. «Vuole gettare discredito sull'azienda pubblica ora che il dg Cattaneo l'ha risanata, oppure si sta semplicemente candidando alle europee», sono le giustificazioni che si sentono più nei corridoi di Montecitorio. Palazzo Chigi tace, ma si sa che quel «so per certo» della presidente Rai viene giudicato veramente assurdo e anche inopportuno, visto il ruolo che ricopre a viale Mazzini. Ed è proprio da viale Mazzini che si levano le smentite dei diretti interessati, furibondi. Il primo è il consigliere Giorgio Rumi. «Non ho mai ricevuto nessuna telefonata», dice e anzi aggiunge di non conoscere «Berlusconi personalmente». Francesco Alberoni si dichiara «sbalordito»: «Non ho mai ricevuto telefonate da Berlusconi per le nomine. Ormai Annunziata può dire ciò che vuole. Ogni tanto si alza anche durante il CdA e va a fare un comunicato». Il consigliere Angelo Maria Petroni parla di «transfert psicoanalitico» per la presidente, anzi la chiama già «dottoressa» come se non la considerasse più la «sua» presidente. Più drastico Marcello Veneziani «O il presidente Annunziata chiarisce il suo pensiero e rivede la dichiarazione incauta, oppure si incrinerà il rapporto fiduciario all'interno del CdA». Traduzione: o si scusa e dice a chi si riferisce e perché, altrimenti la sfiduciamo e va a casa. «La presidente ha lavorato per il re di Prussia», spiega infuriato Veneziani: «Capisco che viva un difficile momento - continua Veneziani - Ma che debba tentare di rilegittimarsi agli occhi della sinistra sparando sul consiglio che presiede, è inaccettabile. Se c'è una persona in contatto quotidiano con il Palazzo è la stessa presidente». E aggiunge: «Io non ho mai preso ordini da nessuno e se qualcuno decide di impormi decisioni assunte altrove, sono pronto a dimettermi in giornata». Non solo, ma la presidente, per qualcuno, avrebbe fatto tutto questo apposta per farsi cacciare subito. Dalla maggioranza sono in molti a volere le sue dimissioni: «Non ha perso l'occasione per spargere la dose di veleno contro il premier», commenta Giorgio Lainati, capogruppo di FI in Vigilanza Rai. «Le sue accuse sono ridicole», sostiene, il presidente della Commissione Trasporti, Paolo Romani (Fi). «La signora Annunziata ha dichiarato il falso. Per questo farebbe bene ad andarsene», afferma Paolo Ricciotti (Fi). «È gravissimo - sottolinea Alessio Butti di An - che l'Annunziata faccia queste affermazioni screditando la struttura che lei stessa dovrebbe garantire». Il centrosinistra, invece, prende la palla al balzo e chiede che l'Authority delle comunicazioni si interessi del fatto: «Mi aspetto che l'Autorità per le Comunicazioni avvii un'approfondita inchiesta», afferma Falomi dei Ds. Intanto sulla striscia della discordia, infuria il toto-conduttori: tra le ultime voci, quella del giornalista, scrittore Enzo Bettiza, e delle giornaliste Maria Latella e Barbara Pa

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