Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il sindacato non resterà fermo e in silenzio

default_image

  • a
  • a
  • a

Più di così... Nessuno potrà dire il contrario». Il leader della Cisl, Savino Pezzotta, ribadisce la correttezza con cui Cgil, Cisl e Uil si sono mosse sulla riforma delle pensioni. Oggi, quindi, il sindacato darà al governo «una risposta che sarà simmetrica alle loro decisioni». Riguardo allo sciopero generale, «l'unica cosa che il governo non potrà però pensare è che noi restiamo silenti e inerti», dice, e poi aggiunge: «Ci sono delle condizioni oltre cui c'è solo la mobilitazione che certo non è fatta solo di scioperi generali. Abbiamo i nostri strumenti di convincimento e alla fine li mettiamo in campo». Quanto al nuovo dialogo sociale che An e Udc hanno sollecitato e che potrebbe finire all'interno della verifica politica di metà gennaio, Pezzotta ricorda come «relazioni diverse, modalità di confronto differenti con quelle sperimentate negli ultimi mesi con le parti sociali vanno ripristinate non solo sulle pensioni ma su tutti i problemi del Paese». «È necessario che il governo si renda conto di questo. Vedremo se riusciranno ad andare oltre le parole». La Cgil mantiene la linea dura. Il segretario confederale Carla Cantone davanti alle aperture di An e Udc risponde: «Azzerino la delega e il confronto inizia». «Ma cosa intendono Alemanno e Buttiglione per dialogo? Finora si è trattato di una semplice informativa da parte loro che si riservavano poi di decidere quello che volevano. Per noi invece significa appunto ritirare il provvedimento e ricominciare a discutere». «Non potremo mai dire di si - aggiunge - a una politica di "riduzione del danno" perché in questo caso il danno è totale anche se modificano qualche virgola». Per la Uil il segretario generale aggiunto, Adriano Musi dichiara: «Vedremo nell'incontro quello che ci diranno. Al momento le parole di Alemanno e Buttiglione ci appaiono come una legittima rivendicazione di identità di singoli ministri che hanno dentro la coalizione una sensibilità sociale maggiore rispetto al ministro Maroni o a Tremonti. Quello che ci interessa però, a questo punto, è solo la posizione del governo».

Dai blog