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Fazio: «Pera chi?». E scoppia il putiferio

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Tutto il centrodestra, con diverse sfumature, si schiera contro quella che viene considerata una battuta irriguardosa nei confronti del presidente del Senato e di tutto il Parlamento. Pera aveva chiesto un urgente intervento del Governo e puntava il dito contro le autorità di controllo Bankitalia e Consob, ma Fazio rispondeva appunto con «Pera chi?». È «un insulto e un affronto a tutto il Parlamento», commenta subito il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, e Sandro Bondi, portavoce di Fi, aggiunge « siamo di fronte ad una grave mancanza di rispetto istituzionale per il Parlamento e per la seconda carica dello Stato». È lapidario il ministro del Welfare Roberto Maroni: «Fazio si commenta da solo», mentre il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga attacca frontalmente il governatore, presentando una interpellanza al presidente del Consiglio per chiedergli di «adottare provvedimenti nei confronti del governatore della Banca d'Italia a doverosa tutela del Parlamento ed in particolare del Senato, per le intollerabili espressioni usate nei confronti di Marcello Pera da un ormai mentalmente esaltato governatore della Banca d'Italia». Anche An non lesina critiche a Fazio. «La reazione di Fazio - dice Mario Landolfi, portavoce di An - non solo è una caduta di stile, ma dimostra un nervosismo che, se da un lato è comprensibile per le polemiche di questi giorni, è comunque inaccettabile per il rispetto che un rappresentante istituzionale deve alla seconda carica dello Stato. Soprattutto se si pensa che Pera è stato eletto». Esplicito anche il segretario dell'Udc Marco Follini. «Sono state delle considerazioni poco istituzionali: io so chi è Pera e chi è il governatore». Dal fronte dell'opposizione il capogruppo Ds in Senato Gavino Angius se la prende con Pera. «Il presidente Pera interviene su una questione delicatissima di carattere istituzionale e finanziario, quale la crisi Parmalat, esprimendo una opinione non richiesta, se non forse dal governo, a sostegno della tesi del ministro Tremonti che vuole avocare a sè ogni potere di controllo del sistema bancario, senza preoccuparsi minimamente della difesa dei risparmiatori».

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