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Oggi decreto salva Tv e canone a 99,60 euro L'aumento è di 2 euro e mezzo. Polemica per Bonolis che imita Vespa. Sciopero a RaiNews24

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L'ipotesi più probabile è quella di una semplice proroga di 4-6 mesi per dare tempo al Parlamento di accogliere le indicazioni di Ciampi nella legge Gasparri. «Sicuramente stanotte dormirò tranquillo», ha confidato il ministro, confortato anche da quanto detto da Monti sulla «compatibilità della legge con le norme europee». «La sostanza politica che conta è che si tenga conto di tante cose e non ultime, ovviamente, le considerazioni di Ciampi», ha detto il segretario dell'Udc Follini aggiungendo che «il senso del decreto è quello di fronteggiare e risolvere un problema». E il decreto che oggi firmerà Berlusconi (una parte dell'opposizione lo definisce «lo scandalo di Natale»), approderà in Senato il pomeriggio del 30 dicembre. Ieri in serata il ministro Gasparri ha annunciato anche la cifra che dovremo pagare per il canone Rai del 2004. Si tratta di 99,60 euro, dato che l'aumento è stato più basso rispetto all'anno passato: 2,50 invece di 3 euro. Questo, secondo il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo è stato possibile anche grazie ad un contenimento dei costi e ad un bilancio in crescita per viale Mazzini, al punto che il dg conferma la più rosea delle previsioni con un 2005 senza alcun aumento del canone. Ma accadrà, sempre secondo il dg, (che ieri ha brindato con la stampa), soltanto se la situazione della pubblicità non subirà scossoni dall'eventuale terremoto di una rete senza spot. Scongiurato questo pericolo (con il decreto e poi con la futura approvazione della Gasparri), quindi, nel 2005 pagheremo la stessa cifra di oggi. Per il resto Cattaneo vede molto positivo e continua a portare avanti la sua filosofia «dei numeri e della sostanza» e, senza dar tanto peso alla politica, sottolinea che il piano industriale procederà come previsto «a prescindere dal destino del ddl» sia per ciò che riguarda la razionalizzazione della forza lavoro e delle risorse che per la riconversione immobiliare. Il via libera a Saxa Due è quindi certo (ma con il comune di Roma c'è qualche problema) e comprenderà anche un risparmio per ciò che riguarda la produzione dei programmi. La Rai di Cattaneo infatti vuole produrre sempre di più in casa e acquistare meno format e trasmissioni «chiavi in mano». E per produrre in maniera razionale ed economica è però necessario avere tutti gli studi Tv nello stesso luogo. Il bilancio di fine anno del direttore generale è comunque molto soddifacente sul piano del risultato anche se la primavera si annuncia con una sfida più impegnativa sul piano degli ascolti (che responsabilità per Fiorello!). Uno dei suoi fiori all'occhiello, naturalmente è Paolo Bonolis, ma non è detto che rimanga alla guida del preserale. Paolo «il caldo» infatti, non è visto come necessario perché «è il programma che funziona a prescindere». Ai vertici della Rai inoltre non è piaciuta troppo la performances «simil-Vespa» di Domenica in, con Bonolis conduttore-giornalista di una sorta di Porta a Porta con i quattro sindaci di Roma, Napoli, Palermo e Milano. In fondo la legge è uguale per tutti e la Vigilanza vieta che gli intrattenitori si mettano a fare i giornalisti. «A Bonolis tutto è concesso», direbbe Lucia Annunziata che per il vispo conduttore non ha certo una passione. Bonolis a parte Cattaneo sembra dormire fra due guanciali e spera di rimanere in Rai il più possibile per costruirsi un futuro ancora più solido altrove. Intanto, sul fronte interno però i problemi non mancano e neppure le polemiche. La Slc Cgil «esprime preoccupazione» per il piano industriale appena approvato dal Cda Rai per il prossimo triennio. Ieri, inoltre, i giornalisti di Rai News 24 hanno deciso di scioperare il prossimo 13 gennaio per protestare contro «l'atteggiamento ostile dell'azienda». Se sia Rai che Mediaset attendono con ansia la firma di oggi sul decreto, c'è anche chi «rema contro». Via dal telecomando Rete 4, al suo posto Europa 7 o un tv locale

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