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Scatta la linea dura: precettazioni e denunce Il ministro Pisanu sollecita i prefetti. Il governo è preoccupato per le città messe in ginocchio

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Pisanu ha interpretato così «la viva preoccupazione» del governo per i gravi disagi inflitti ai cittadini e ha dato disposizione a tutti i prefetti di agire con ogni mezzo: dalla precettazione reiterata, fino, appunto, alla denuncia all'autorità giudiziaria. Una linea in qualche modo anticipata dalla decisione di Bruno Ferrante: il prefetto di Milano, infatti, aveva disposto qualche minuto prima la precettazione dei lavoratori dell'Atm per il 22, 23 e 24 dicembre. Una decisione, ha spiegato Ferrante, che non fa venir meno la sua fiducia su una soluzione pacifica della vertenza. A ruota sono seguite le ordinanze di precettazione emesse dalle prefetture di Padova, Brescia, Venezia e Firenze. La necessità di una reazione forte era stata perorata anche da Maurizio Sacconi, il sottosegretario al Welfare che ha condotto buona parte della trattativa con il sindacato per il rinnovo del contratto. Dopo aver criticato la «lotta suicida» degli scioperanti, Sacconi ha spiegato che per garantire i diritti dei cittadini esistono sedi in cui assumere decisioni chiare: «Tocca ai prefetti con la precettazione, alla commissione di garanzia con le procedure di infrazione, alle aziende individuando i responsabili, alla magistratura applicando il codice penale di fronte a reati noti a tutti». La linea del rigore abbracciata dal governo è giunta a metà di una giornata cominciata sotto i peggiori auspici: neanche l'ombra di un autobus a Milano, Brescia, Padova, Venezia (stop anche dei vaporetti), Firenze, Livorno. Le cronache da queste città sono altrettanti bollettini laconici: tutto fermo, nessun autobus all'orizzonte, frotte di passeggeri sotto le pensiline prima di avviarsi a piedi o, i più fortunati, salire su un taxi. Diversa, almeno in parte, la situazione a Roma. Il blocco selvaggio delle prime ore della giornata ha ceduto, nel pomeriggio, a una ripresa parziale della circolazione: la società Met.Ro ha potuto comunicare che erano tornati in circolazione il 60% dei tram e il 50% degli autobus. Non sono mancati episodi di tensione. A Padova il prefetto ha mandato la polizia nei depositi. Nessun tafferuglio o incidente con i lavoratori: ma l'intervento è servito per rimuovere i picchetti che impedivano l'uscita dei mezzi dai depositi. A Firenze, nel pomeriggio, i mezzi tornati in circolazione dopo la precettazione si sono mossi alla velocità della lumaca per rispettare le tabelle di marcia ed esibivano cartelli vistosi con la scritta «lavoro perchè precettato». Sull'agitazione dei trasporti sono piovute le critiche di governatori e primi cittadini. Il presidente del Veneto, Galan, ha auspicato che le precettazioni non vengano solo minacciate ma anche applicate. E ha invitato a vigilare su quei medici compiacenti che rilasciano senza problemi certificazioni fantasiose di malattia. Non è stato meno duro Formigoni: il presidente della Lombardia ha detto che chi infrange le regole «in maniera così violenta, così irresponsabile deve subirne le conseguenze: è ora - ha aggiunto - di finirla di giocare più parti in commedia». Condanna per la forma di lotta degli autoferrotranvieri è venuta anche dal presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani. Domenici, che è anche sindaco di Firenze, ha anche aggiunto di comprendere «il profondo malessere» dei lavoratori della categoria per il quale qualche risposta potrà venire dalla conclusione delle vertenze aperte a livello locale. Dura la reazione di Paolo Costa, sindaco di Venezia, che ha espresso sorpresa e preoccupazione per il perdurare dello sciopero dopo l'annuncio del nuovo contratto. Ma non è mancata una stilettata al governo: i cittadini - ha detto Costa - non devono pagare «per gli erro

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