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Parmalat, la magistratura indaga sui conti

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Le ipotesi di reato sono false comunicazioni sociali e ai revisori dei conti, aggiotaggio e truffa

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Indagini che hanno portato in Procura i primi scatoloni pieni di carte sequestrate fin dal mattino alle società di revisione di Parmalat, la Grant Thornton, e di Parmalat Finanziaria, la Deloitte & Touche. E che hanno riportato nell'ufficio del pm Francesco Greco il neo manager del gruppo di Collecchio, Umberto Tracanella, per il quale il compito di risanatore passa adesso anche attraverso le stanze della procura di Milano e di quella di Parma. L'inchiesta è contro ignoti e procede con l'ipotesi di false comunicazioni sociali, aggiotaggio, truffa aggravata e falsità dei revisori. E marcia in parallelo con Parma, dove è stata aperta un'indagine analoga iscritta però anche con altre ipotesi di accusa e dove, ad indagare, è il sostituto procuratore Antonella Iodice. I riflettori si accendono sempre di più sul documento disconosciuto da Bank of America per quei quasi quattro miliardi di euro mai esistiti. Un documento definito orami senza mezzi termini un «falso», ben realizzato, in un'operazione finanziaria che a prima vista sembra così clamorosa da passare per una tipica strategia «da pataccari». Che però ha funzionato. E ora, dice uno degli inquirenti «cerchiamo il falsario». Il sospetto è che dietro al falso documento da quattro miliardi di euro si nasconda una vera e propria montagna di altri «falsi», cioè tutti quei contratti, fatture e bilanci legati ad operazioni che si collegano tanto a quel vantato credito inesistente, tanto a Bonlat, la società che nessuno ha mai potuto controllare grazie alla scelta di affidarla per la sede alle isole Cayman dove non c'è obbligo di presentare bilanci. La prima lunga giornata di indagini milanesi si apre con la perquisizione della Grant Thornton, che occupa tutta la giornata e parte della serata. Alla società di revisione, che in mattinata ha presentato una propria denuncia all'autorità giudiziaria, viene sequestrata una gran mole di documenti, non ultimo l'originale dell'ormai famoso «falso» miliardario. Nel pomeriggio i militari della Guardia di Finanza bussano anche ad un altra società di revisione della Parmalat Finanziaria, la Deloitte & Touche, che «baipassa» la perquisizione consegnando, in collaborazione con l'autorità giudiziaria, una serie di documenti che vengono formalmente sequestrati. Con i primi atti alla mano la procura convoca un primo teste, un ragioniere della contabilità del gruppo agroalimentare, che possa dare una chiave di lettura a passaggi a prima vista poco chiari. Non sarà il solo. In serata, dal quarto piano della cittadella giudiziaria milanese partirà una seconda convocazione, per un altro ragioniere. «Ma non c'è nulla di particolare», spiegano in Procura: «Servono solo delle spiegazioni». Il vero «ospite d'onore», per la seconda giornata consecutiva, è Umberto Tracanella. Afferma di non aver mai visto una situazione del genere. Lo affianca l'avvocato Marco De Luca, ex legale di fiducia di Raul Gardini. Nella stanza del pm Francesco Greco il manager ci sta un paio di ore, mentre escono ed entrano in continuazione militari della Guardia di Finanza.

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