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Il Cavaliere: «Gli effetti della moneta unica si vedranno solo a medio termine». Il Professore: «Colpa vostra non avete fatto i controlli»

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Berlusconi risponde: «C'erano pressioni così diffuse, anche da parte della corporazione degli editori - afferma - che ho immaginato le difficoltà di Ciampi a non intervenire. Ho preso atto della situazione difficile in cui s'è trovato». Insomma, Ciampi s'è arreso alle pressioni. Scelta che a dir poco non è piaciuta al premier, anche se lui stesso usa una formula più vaga: presa d'atto. Pesano comunuqe le sue parole, anche perché a favore della legge si era speso personalmente. E non rinuncia a farlo nemmeno ora il premier: «Parlare oggi di posizioni dominanti (uno dei motivi del rinvio stabilito da Ciampi, ndr) non ha più ragion d'essere. Ora il limite del 20% - sottolinea il Cavaliere - non può costituire una posizione dominante». Berlusconi, comunque, non molla e va dritto per la sua strada. Annuncia che martedì il Consiglio dei ministri varerà il decreto che salva Retequattro e Raitre. Non parteciperà alla riunione del governo ma firmerà il provvedimento «perché è la Costituzione che me lo impone». «Quando ho detto che non avrei letto le osservazioni di Ciampi - specifica il premier - l'ho detto con sincerità, senza voler mancare di rispetto alla presidenza della Repubblica. Volevo marcare il mio distacco da questo problema. Il Consiglio dei ministri ne discuterà liberamente in mia assenza. Poi si approverà nuovamente la legge Gasparri, immagino tenendo conto delle osservazioni del Quirinale e quindi scavalcando il termine del 31 dicembre». Ma la polemica più dura è con il presidente della commisisone europea Romano Prodi. Allo scontro ci si arriva quando il premier spiega che l'Italia ha problemi come tutte le altre economie occidentali, ma che deve guardare con ottimismo al futuro. Anche se l'introduzione dell'euro ha creato disorsioni sui prezzi che stanno ancora facendo sentire le loro conseguenze. Se i prezzi sono aumentati, spiega Berlusconi, un po' di colpa è certamente del sistema distributivo. Ma anche l'introduzione della nuova moneta «che non è stata decisa da questo governo», ha una sua parte di responsabilità. Anche l'apprezzamento della moneta europea «penalizza l'economia di tutti i Paesi e questa è una ulteriore conseguenza di aver scelto una moneta che nel tempo produrrà degli effetti positivi ma che oggi ne ha prodotti molti negativi». Questo non vuol dire che la scelta dell'euro sia stata sbagliata, ma solo «tener ben chiaro che la positività si rivelerà a medio termine mentre nell'immediato ci saranno conseguenze negative». La reazione del presidente della commissione europea non si è fatta attendere. «E perché solo in Italia? E perché negli altri Paesi europei non è avvenuto questo? È ora che la finiamo con queste menzogne», sbotta Prodi. Che aggiunge: l'inflazione italiana ha una sola causa, la mancanza dei controlli da parte del governo. «La sorveglianza è mancata in Italia, ma non è mancata in Francia e in Germania». Dunque se un responsabile dell'aumento dei prezzi esiste, questo non può che essere il governo Berlusconi. Parole che trasformano le scintille in un incendio. Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi se la prende per l'insulto di «menzogne»: «Perché il professor Prodi - si domanda - non si fa un giro al mercato e non parla con la gente, invece di trincerarsi dietro scontate posizioni burocratiche? Vedrà che i prezzi sono saliti davvero e che l'introduzione dell'euro ha provocato un aumento dei prezzi in tutta l'Europa. E dovrà anche ammettere che ha detto una bugia grossa come una casa». Ma le opposizioni protestano anche per lo sforamento della diretta Rai che ha fatto slittare il Tg1 delle 13,30. Per la presidente Annunziata, si poteva spoestare tutto su un'altra rete. F. D. O.

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