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Partita dura al CdA Rai. L'Annunziata ostacola le dismissioni immobiliari «Questo piano non s'ha da fare»

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Oggi alle 13,30 il terreno di battaglia del CdA sarà ancora una volta il piano industriale triennale proposto dal dg che già martedì ha fatto infuriare la presidente, al punto che ha praticamente cacciato fuori dalla sala il direttore del marketing strategico Carlo Nardello, relatore dello stesso piano e fatto riscrivere l'introduzione al dg in persona che ora firmerà solo delle «linee guida». Se da una parte Cattaneo, da perfetto manager, punta ad una riorganizzazione verticale che razionalizzi le le risorse aziendali e ad una rapida riconversione di gran parte degli immobili Rai in modo da trasferire tutti a Saxa Rubra Due, la presidente la pensa in maniera esattamente opposta. E pare che su questi argomenti il Consiglio sia molto combattuto. Per l'Annunziata la riorganizzazione deve rispettare le identità delle reti mentre la dismissione immobiliare significa «svendere un patrimonio» conquistato anche con cinquantanni di canone. In sintesi per la battagliera Lucia il piano industriale così com'è indebolirebbe la Rai e non va bene. Perché vendere Palazzo Labia? Per lei la forza della Rai è anche l'insieme di terreni, palazzi e tradizioni, su cui Mediaset non può contare. Per questo preferisce lasciare un piano industriale «aperto» ed evitare che il prossimo consiglio abbia le mani legate. Dal punto di vista politico ciò può essere letto come una volontà dell'Annunziata di favorire i suoi successori, che l'opposizione spera siano tanti e magari molto più di sinistra di lei. Sul fronte opposto Cattaneo lavora come un matto per mandare in porto piani editoriali, industriali, progetti e contratti in modo da far marciare l'azienda a pieno ritmo senza sprecare denaro. Insomma, ora che i casi Santoro e Guzzanti sono ben poca cosa («patatine», secondo il settimo piano), si parla del futuro della Rai dei prossimi 10-15 anni. Ma le posizioni dei vertici restano sempre diametralmente opposte, nonostante i complimenti che si sono scambiati ieri nel corso degli auguri ai dirigenti. E anche se l'Annunziata mangia questo panettone, è poco probabile che mangi quello del prossimo anno.

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