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«Posso candidarmi ma è meglio di no»

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Un ritorno in campo diretto di Prodi avrebbe forse aiutato il difficile parto del «listone» ulivista; invece il travaglio dell'opposizione per mettersi d'accordo resta quantomeno laborioso e difficile. L'accordo sul cosiddetto «triciclo» infatti è fortemente scosso per l'irruzione sulla scena di Di Pietro che bussa con tutte le porte alla porta della lista comune, tenuta finora caparbiamente chiusa dai socialisti di Boselli che non vogliono con loro l'ex pm. Ma cosa ha detto il presidente della commissione europea? «Ci tengo a dire che la mia candidatura è possibile e quindi non ci sarebbe nessuna violazione. Credo però che sia un bene che io faccia fino in fondo il mio dovere qui alla Commissione». E dato che molti hanno pensato che quello dell'unico candidato che a suo tempo è riuscito a sconfiggere Berlusconi non sia un «no» definitivo, il portavoce del professore ha chiarito che Prodi, rispetto alla sua candidatura, premesso che non ci sarebbero ostacoli tecnici, ha dichiarato che «intende restare in Commissione fino alla fine del suo mandato. Ogni altra interpretazione - aggiunge il portavoce - è sbagliata e ingiustificata». E torniamo ai difficili problemi del triciclo e dintorni. Ieri si sono intrecciati fitti telefonate e contatti tra i leader del «iistone» nel tentativo di sciogliere la matassa dal caso Di Pietro. Però si è avuta una bordata di D'Alema contro l'ex pm oltre che nei confronti di Occhetto, che si è alleato con Di Pietro e che fu predecessore proprio di D'Alema alla guida della Quercia. Il presidente dei Ds infatti dice di condividere le ragioni di diffidenza verso Di Pietro, sostenendo però che di questo bisogna discuterne con l'interessato; ma al tempo stesso non risparmia una serie di bordate all'ex pm e a Occhetto. Secondo D'Alema, il momento difficile che attraversa la lista unitaria ha dei responsabili ben precisi: «Innanzitutto si sono messe in movimento forze distruttive, sono all'azione i professionisti della demolizione. C'è un tempo per distruggere e uno per costruire. Alcuni restano fermi sempre al primo tempo. Con astuzia, con la capacità di inserirsi in ogni contraddizione, in ogni interstizio». Di Pietro risponde a stretto giro: «D'Alema incorre in una contraddizione logica quando afferma che i Girotondi sono da un lato un partitino ininfluente e dall'altro indeboliscono il centrosinistra. Premesso che io, Occhetto, i Girotondi ed i Movimenti siamo nel centrosinistra, e non abbiamo intenzione di andare da nessuna altra parte, se davvero siamo così ininfluenti e contiamo così poco, perché D'Alema si preoccupa tanto? Evidentemente perché la realtà è un'altra e lui, avendo la coda di paglia, se la sta facendo sotto...». D. T.

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