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Prodi scarica la sinistra

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L'arrestodell'ex dittatore iracheno, per il presidente della commissione Europea, certamente «non è un rafforzamento ma un colpo al terrorismo internazionale». Tutto ciò anche se, aggiunge il Professore, «nel brevissimo periodo potrebbe anche esserci qualche colpo di coda» del terrorismo. Ma in ogni caso «è stata tolta una grossa ombra» che aleggiava sulla sicurezza mondiale. Inoltre, per Prodi, la cattura del dittatore iracheno «servirà molto a chiarire lo schema politico» del Paese e dovrebbe essere quindi «charo che la cattura di Saddam renderà più normale il cammino verso la democrazia». Potrebbe essere anche «facilitato» il rapporto dell'Unione Europea con l'Iraq poiché anche se «dovranno essere esaminati tutti gli aspetti economici e politici, evidentemente è un ulteriore elemento di incertezza che viene tolto». Il presidente della Commissione infine si aspetta che la cattura di Saddam porti «ad affrettare il passaggio delle consegne al Governo iracheno e ad accelerare la liberazione delle risorse degli iracheni». Infine il capitolo ricostruzione in Iraq, per la quale Bush ha chiuso la porta ai Paesi che non hanno partecipato all'intervento militare: «Vedremo quello che dirà ma non credo però che questa sua politica fosse in qualche modo legata alla persona di Saddam Hussein e alla sua sorte». Ma in Italia si suona tutt'altra musica. In generale l'Ulivo non muta le proprie posizioni rispetto alla crisi irachena; anzi, gli esponenti dell'opposizione invitano il governo ad accelerare sull'internazionalizzazione della soluzione. E un altolà agli alleati, per evitare «inciuci» con il governo viene dal leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. La cattura dell'ex rais di Baghdad avviene proprio mentre il centrosinistra ha iniziato il dibattito su come orientarsi in Parlamento quando, dopo Natale, il governo chiederà l'autorizzazione per la prosecuzione della missione italiana. La cattura è comunque salutata da tutti positivamente: «Un ottima notizia», dice il segretario Ds, Piero Fassino. E il leader della Margherita, Francesco Rutelli, parla di «svolta attesa e positiva». «Anche chi come me riteneva e ritiene che la guerra in Iraq non si dovesse fare - afferma il capogruppo della Margherita alla Camera, Pierluigi Castagnetti - sa bene che Saddam Hussein è stato un terribile tiranno». Dal capogruppo della Quercia a Montecitorio, Luciano Violante, arriva il primo ammonimento: «Sarebbe illusorio ritenere che la cattura di Saddam sia risolutivà». Non si rallegra Fausto Bertinotti, segretario del Prc che grida allo scandalo: «Violato il diritto internazionale». E il direttore del quotidiano del Prc, Sandro Curzi, dice «preso Saddam, il terrore resta». L'opposizione che, all'unisono, chiede un'accelerazione nel passaggio dei poteri dalle truppe occupanti a una forza multinazionale sotto egida Onu e ad autorità irachene. Da Clemente Mastella allo Sdi di Enrico Boselli, dai Ds con Fassino e Umberto Ranieri alla Margherita con Rutelli e il Pdci. Resta infine il problema della presenza dei nostri militari in Iraq. Per il Prc Elettra Deiana auspica che l'Italia «esca dal pantano iracheno», e Marco Rizzo chiede che il nostro paese «ritiri immediatamente il suo contingente». Richiesta rilanciata dall'esponente «pacifista» della Margherita, Giuseppe Fioroni: «Bisogna avere il coraggio - ha detto - di chiudere questa missione nata da una guerra illegittima». Posizione questa su cui si dice contrario proprio un altro deputato della Margherita, Gianni Vernetti, secondo il quale «è più che mai necessario confermare la presenza militare italiana ed internazionale per favorire la transizione democratica».

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