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Pensioni, Maroni invita i sindacati alla tregua

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Pezzotta frena: i tempi non vanno anticipati. La Uil contro la proposta della Cgil

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Cgil, Cisl e Uil a interrompere ogni mobilitazione fino a quella data. Per il ministro del Welfare, Roberto Maroni, si tratta di «un congruo periodo di tempo per avanzare proposte alternative». All'indomani del vertice di Palazzo Chigi il responsabile del Welfare si sbilancia forse un po' troppo. Accoglie positivamente «il riconoscimento della necessità di fare una riforma» da parte dei sindacati. E brucia le tappe di un confronto che deve ancora partire. Il disgelo è compiuto. Poco importa se le parti restano distanti nel merito. Se la proposta dei sindacati sarà convincente «la metteremo nella legge delega» annuncia Maroni. Ma, avverte, l'iter della riforma riprenderà dall'11 gennaio per giungere all'approvazione entro la fine del mese. Più cautamente il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, invita ad «entrare nel merito della proposta» auspicando la convocazione di un tavolo aperto a tutte le parti sociali. In attesa di conoscere la controproposta dei sindacati il governo - attraverso il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi - ribadisce due paletti: il limite insuperabile di spesa pari al 14% sul Pil e la scadenza di fine gennaio utile per arrivare alla prossima riunione dell'Ecofin con la riforma previdenziale approvata. «Siamo sostanzialmente in attesa di una proposta sulle pensioni da parte dei sindacati» aggiunge Sacconi. Infine, per quanto riguarda il disegno di legge di riforma delle pensioni, il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Lavoro del Senato è slittato al 17 dicembre (ne sono attesi circa 800). La palla passa ora ai sindacati. I leader delle tre confederazioni frenano davanti all'ottimismo di Maroni. Per Guglielmo Epifani della Cgil, che non intravede «le condizioni nè per una trattativa nè per un accordo, il ministro parla «troppo e talvolta a sproposito». Savino Pezzotta della Cisl chiede di «non anticipare i tempi del confronto». Mentre, secondo Luigi Angeletti (Uil), «non c'è alcun motivo di essere ottimisti ed è assolutamente prematuro fare valutazioni sull'esito del confronto». Il direttivo della Cgil, convocato per il 16 dicembre, elaborerà una proposta sul welfare che successivamente sarà sottoposta a Cisl e Uil. Il responsabile delle Politiche economiche, Beniamino Lapadula, annuncia una piattaforma su tutto lo stato sociale. In realtà, il percorso unitario che dovrebbe portare Cigi, Cisl e Uil a un documento comune sulle pensioni appare per certi versi ancora in salita. Il vice segretario generale della Uil, Adriano Musi, trova infatti sbagliato «testimoniare con lo sventolio di una bandiera di una singola organizzazione la propria identità in un momento delicato del confronto con il governo». Per il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, sulle pensioni «il governo si è mosso in maniera poco accorta, come fece per l'articolo 18. Principio giusto, strategia sbagliata». Billè sottolinea come il governo «non ha tenuto conto dell'effetto rimbalzo che l'annuncio avrebbe prodotto mel Paese. Rimbalzo di cui i sindacati approfittano per mantenere intatto il loro potere, esattamente come fecero per l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori». Le prove di dialogo convincono l'opposizione solo a metà. L'ex ministro Tiziano Treu (Margherita) indica le i temi concreti su cui aprire una trattativa e cioè «gli ammortizzatori sociali, i giovani e la continuità pensionistica dei precari». Di segno opposto le reazioni di Ds e Rifondazione. An. Pen.

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