Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«E adesso tuteliamo anche il feto»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Nell'area del centrodestra ieri si è parlato della necessità che si faccia un aggiornamento della legge. Eventualità che a sinistra viene vissuta come il profilarsi di un attacco contro la legge vigente. È il senatore dell'Udc Maurizio Ronconi ieri ad affrontare l'argomento. «Al di là degli infingimenti e in qualche caso anche di scarso coraggio - dichiara - è evidente a tutti che gli stessi diritti riconosciuti in questa legge all'embrione, prima che lo stesso sia impiantato nell'utero, bisognerà, a maggior ragione, riconoscerli agli embrioni già impiantati. Dunque si apra un confronto nel Paese e in Parlamento sulla attualità della 194 ed una contestuale riflessione sui margini di un necessario aggiornamento». «Sbaglia chi immagina nuove guerre di religione o steccati tra laici e cattolici ma certo una coerenza ed un coordinamento tra leggi appare doveroso. Nessuna fretta - conclude - ma la convinzione che il problema esiste e dovrà essere affrontato». Sostanzialmente d'accordo Italo Bocchini, vice-coordinatore di An. «L'approvazione definitiva della legge sulla procreazione assistita - dice - al di là delle posizioni e delle divisioni sui contenuti, rappresenta un fatto di straordinaria importanza che colma una lacuna legislativa e mette fine ad una situazione di assenza di regole. L'Italia, ora, come nel resto d'Europa, ha un quadro normativo che dà certezze». «Tuttavia - aggiunge l'esponente di An - si è creata un'inedita situazione per cui l'embrione riceve più tutele del feto. Partendo dal dibattito di questi giorni, occorre, con serenità e attenzione, cominciare a discutere della possibilità di riformare la legge sull'aborto, nata in un clima culturale che riteneva superabile il valore della vita sin dal concepimento ed il valore della famiglia che resta, invece, un caposaldo della nostra società». Prudentissimo sull'argomento il capogruppo dei senatori dell'Udc, Francesco D'Onofrio: «Le conseguenze culturali e politiche del voto del Senato dovranno essere attentamente valutate senza fretta e possibilmente senza passione di parte». «Abbiamo affermato con forza che la vita nasce con l'embrione fecondato. Tutto il resto costituisce una conseguenza naturale di questa scelta. Nessuno degli oppositori ne politici ne scienziati - sottolinea D'Onofrio - ha mai potuto dimostrare che la vita non nasce con l'embrione fecondato. Non si è trattato dunque di uno scontro tra laici e cattolici ma del fatto che anche in questo caso la divisione è avvenute tra chi vuol tutelare l'inizio della vita e chi privilegia altri valori». Questa serie di dichiarazioni suscita inquietudini a sinistra. «Nel mirino c'è la legge sull'aborto, ma la mobilitazione democratica e il Movimento delle donne lo impedirà», afferma il capogruppo di Rifondazione comunista al Senato Gigi Malabarba. «Ci auguriamo - aggiunge Malabarba contro la legge approvata ieri - un'ampia disobbedienza civile da parte del mondo medico e scientifico per aprire un contenzioso legale e giuridico che cancelli dalle leggi dello Stato una norma teologica talebana e punitiva delle donne, ivi compreso attraverso lo strumento referendario».

Dai blog