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I consumatori rilanciano le banche devono pagare

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Le associazioni dei consumatori lo hanno sempre detto, ma le indagini della Procura di Roma che ieri hanno coinvolto anche Cesare Geronzi danno nuova spinta alla protesta e offrono alle varie associazioni un appoggio in più per chiedere i risarcimenti. È da Elio Lannutti dell'Adusbef, l'associazione che si occupa in particolare proprio degli utenti del settore bancario e finanziario, che arriva la richiesta più tecnica e forse più preoccupante per le banche: la revoca di almeno cinque dei sette bond messi sul mercato dagli istituti di credito. A verificare la concreta possibilità di intraprendere le azioni revocatorie nei confronti delle banche «che sono rientrate delle esposizioni del Gruppo Cirio con il ricavato della vendita dei bond», secondo Lannutti, dovrebbero essere gli stessi commissari straordinari che stanno faticosamente traghettando la Cirio verso il risanamento. Lannutti, nel cui mirino sono finite in particolare Capitalia, Unicredit, Credem e Banca Intesa, afferma che attraverso questa via sarebbe possibile non solo risarcire integralmente gli oltre 35mila risparmiatori, ma anche evitare la svendita degli asset. Da un punto di vista tecnico, spiega, si tratta di inserire nella cosiddetta 'massa concorsualè, vale a dire nell'inventario di beni e crediti che devono essere messi nelle procedure fallimentari, non solo stabilimenti e quant'altro di cui la Cirio dispone, ma anche gli stessi bond. Una tale manovra sarebbe possibile proprio sulla base delle ipotesi di accusa emerse oggi dalla Procura di Roma, vale a dire la «bancarotta preferenziale». In sostanza, Lannutti spiega che avendo venduto 5 dei 7 bond per rientrare dei crediti nei due anni precedenti al fallimento, le banche hanno agito in conflitto d'interessi contribuendo così al crac del gruppo alimentare. Intanto, continua Lannutti, insieme alle associazioni dell'Intesa «stiamo accompagnando i risparmiatori in tribunale per chiedere la nullità dei contratti e stiamo facendo assemblee molto partecipate in tutta Italia». Nel mirino dei consumatori tuttavia non ci sono solo le banche, ma anche chi deve controllarle. Nelle indagini, afferma la stessa Intesa, bisogna «accertare tutte le responsabilità, specie quelle di Bankitalia, che offre coperture per garantire l'impunità ai banchieri».

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