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Storace rivendica il diritto al dissenso

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È come se domani il Papa a San Pietro ci dicesse: "Abbiamo sbagliato tutto, siamo atei". Non sarebbe credibile». Il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, commenta così le recenti dichiarazioni di Gianfranco Fini. «Voglio comprendere anche le motivazioni - ha aggiunto Storace - ma credo che bisogna stare molto attenti quando si dicono certe cose, soprattutto se si è stati alla guida delle nostre organizzazioni giovanili e del partito. Perché il messaggio che è partito da Gerusalemme rischia di produrre effetti devastanti». E, a proposito delle dichiarazioni di Ignazio La Russa, secondo cui il leader di An sarebbe stato mal interpretato, il presidente della Regione ha detto: «Fini non ha bisogno di correttori di bozze. È persona maggiorenne e vaccinata. Sa quello che dice, più di chiunque di noi ha dimostrato di saper dire quello che vuole dire. Se è vera - ha proseguito - l'interpretazione che ne dà La Russa, allora venga all'"Hilton" mercoledì sera e spieghi che lui ce l'aveva con le leggi razziali, con l'olocausto e la Shoah e allora tutti applaudiremo». «Se è altro - ha continuato Storace - deve allora consentire il diritto a dissentire, perchè sarebbe curioso praticare democrazia all'esterno e non all'interno». Il presidente della Regione ha poi spiegato che «è sbagliato usare il termine «rinnegare». «Qui si tratta di un giudizio storico diverso, molto diverso rispetto al passato - ha aggiunto -. "Rinnegare" evoca la parola tradimento e francamente sarebbe offensivo introdurre questi termini nel dibattito politico cui stiamo dando vita». Per ribadire l'appello alla chiarezza al leader di An Storace ha aggiunto: «In questi mesi abbiamo sentito molto il professor Luzzatto, persona che rispetto per il ruolo che ha come presidente delle Comunità ebraiche d'Italia, usare tre parole: bisogna chiarire, precisare, correggere. Ecco, stavolta a Fini glielo chiedono i suoi militanti. Spero che abbiano lo stesso valore del professor Luzzatto. Perchè - ha proseguito Storace - non ho dubbi sul fatto che Fini possa esprimere le sue idee. Ho il diritto, però, di dire se le condivido». Il presidente della Regione si è poi detto preoccupato per le e-mail che riguardano la questione. «Io personalmente - ha spiegato - ne ho ricevute 200, immagino le centinaia di deputati, la cinquantina di senatori e le migliaia di amministratori locali di An ne abbiano ricevute altrettante. E questo è un fenomeno preoccupante. Poi si può anche dire che l'emotività viene superata domani dal ragionamento. Intanto restano le ferite».

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