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Baghdad a rischio Peggio che in guerra

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È quanto emerge da un recente sondaggio della Gallup (condotto tra il 28 e agosto e il 4 settembre), secondo cui più della metà della popolazione di Baghdad non crede che gli americani permetteranno agli iracheni di forgiare il loro futuro politico senza la diretta influenza di Washington. Il 43% degli intervistati ritiene che Usa e Regno Unito abbiano invaso l'Iraq «per rubare il petrolio» e soltanto il 5% pensa che siano arrivati «per assistere il popolo iracheno». Soltanto l'1% crede che l'invasione statunitense sia avvenuta per instaurare una democrazia. Relativamente alla sicurezza, ben il 94% ritiene che Baghdad «adesso sia più pericolosa di quanto fosse prima della guerra». Dal sondaggio emerge poi che i tre quarti degli iracheni ritengono che le politiche e le decisioni del Consiglio di Governo iracheno - i cui membri sono stati nominati a luglio da Paul Bremer - siano state «per lo più determinate dalle autorità della coalizione» e soltanto il 16% degli intervistati pensa che i membri del Consiglio siano «abbastanza indipendenti». Il sondaggio realizzato è stato condotto attraverso interviste personali con 1.178 residenti a Baghdad. I risultati iniziali erano stati annunciati a fine settembre, ma ulteriori analisi sono state diffuse nelle settimane successive. Alcune di queste sono state pubblicate sul sito dell'Autorità Provvisoria della Coalizione negli ultimi due giorni. Scendendo nei dettagli del sondaggio, il 52% degli intervistati pensa che gli Stati Uniti vogliano seriamente istituire un sistema di governo democratico in Iraq, ma il 51% sostiene d'altra parte che Washington non permetterà agli iracheni di raggiungere tale obiettivo senza l'influenza e la pressione statunitense (Il margine di errore del sondaggio si attesta più o meno al 2,7%). In un'analisi dei dati diffusa il 28 ottobre, Richard Burkholder, direttore di Gallup, ha notato che la maggior parte dei residenti di Baghdad pensa che valga la pena patire le privazioni a cui vanno incontro ogni giorno per essersi sbarazzati di Saddam Hussein, ma «la maggior parte sono profondamente scettici relativamente all'iniziale spiegazione che la coalizione ha fornito per le sue azioni», ha detto Burkholder. Secondo il 43% degli intervistati, Stati Uniti e Regno Unito hanno invaso l'Iraq principalmente «per rubare il petrolio iracheno», mentre il 37% sostiene che gli Usa abbiano agito per sbarazzarsi del regime di Saddam, e soltanto il 5% ritiene che gli Usa abbiano agito «per assistere il popolo iracheno». Il 6% ha poi dichiarato che il motivo dell'invasione è stato quello «di cambiare la mappa del Medio Oriente secondo i desideri di Usa e Israele». Soltanto il 4% ha detto poi che l'obiettivo era quello di distruggere le armi di distruzione di massa, la prima ragione fornita dall'amministrazione Bush per giustificare l'attacco. Relativamente alla sicurezza del Paese, il 94% degli intervistati ritiene che Baghdad «ora sia più pericolosa di quanto fosse prima dell'invasione» e l'86% ha dichiarato che nelle precedenti 4 settimane ha avuto paura di uscire di casa di notte.

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