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IL DIBATTITO NELLA MAGGIORANZA, L'APPELLO DEL CAVALIERE

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Mentre il barometro dei rapporti tra gli alleati segna maltempo (ma le previsioni fanno intravedere il sereno), Silvio Berlusconi torna a vestire i panni del pompiere alla ricerca di una difficile mediazione nella maggioranza in vista della verifica di gennaio quando, finito il semestre europeo, bisognerà fare un bilancio e rilanciare il programma di governo. «Dobbiamo trovare un'intesa sui contenuti, sulle cose da fare e mettere a punto una chiara agenda di governo fino al termine della legislatura», avrebbe detto il presidente del Consiglio a chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore. Niente vertice della Cdl per oggi, quindi. Se ne parlerà quando il premier avrà trovato la quadratura del cerchio. Nessuna conferma anche sulla tradizionale cena ad Arcore con Umberto Bossi e Giulio Tremonti, il cosiddetto caminetto del lunedì che tanto fa arricciare il naso a centristi e aennini. Anche ieri, dunque, le posizioni sono rimaste invariate. Continua, infatti, la tregua armata tra i leader della coalizione. Da una parte An e Udc, dall'altra il Carroccio. Gianfranco Fini ha sottolineato che non c'è nessun rischio di elezioni anticipate, mentre la Lega, per bocca di Roberto Calderoli, ha ribadito che il governo ha tre mesi per approvare le riforme istituzionali, a cominciare dal federalismo, altrimenti si va alle urne. Lo scontro si è riacceso sulla concessione del diritto di voto amministrativo agli immigrati. «Vado avanti convincendo la base», ha assicurato il vicepremier di fronte all'ennesimo no del senatur («Questo voto è una fuga in avanti»). Anche i centristi confermano la loro posizione di netto contrasto alla Lega e lanciano un messaggio a Berlusconi, affinché richiami l'alleato all'ordine. «Noi continuamo a dire che le cose così non vanno bene - fanno notare fonti parlamentari vicine all'Udc - Bisogna riconoscere lo stato delle cose e cercare di migliorare la situazione, perchè gli elettori ci hanno chiesto di governare. E per farlo non servono i richiami paternalistici. L'obiettivo - continuano le stesse fonti - è ritrovare un minimo comun denominatore, ma la distanza culturale e politica con la Lega si fa ogni giorno più forte e non certo per responsabilità nostra». Forza Italia media: «Occorre che tutti acquisiscano la consapevolezza che ormai il livello di conflittualità così come la ripetitiva sottolineatura delle differenziazioni stanno superando quel livello nel quale si poteva pensare che, tramite l'affermazione della maggiore visibilità delle singole forze, potesse essere un elemento di coesione. Una delle ragioni di fondo dei risultati negativi per la Cdl che emergono dai sondaggi è dovuto proprio all'alto tasso di conflittualità; risulta difficile dire a un elettore di An o dell'Udc di votare per un candidato sindaco della Lega e viceversa». dice Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, intervistato da Democrazia cristiana diretto da Gianfranco Rotondi (Udc).

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