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Berlusconi ripara con i pipistrelli

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Porta in calce le firme di ben 13 governi europei: Italia, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. Si chiama «Eurobats», europipistrelli, e rischia di essere la pena del contrappasso europea per il premier italiano Silvio Berlusconi. Costretto, proprio mentre guida il semestre italiano di presidenza della Unione europea, a compensare il discusso decreto legge del luglio scorso che chiudeva le frontiere italiane a ragni e scorpioni con un programma di salvataggio dei pipistrelli europei. Se l'aracnofobia del premier italiano rischiava di creare qualche incidente diplomatico con gli altri membri della Ue (che agli scorpioni, anche velenosi, non hanno mai chiuso le porte del proprio paese), la battaglia del pipistrello potrà riabilitarlo anche agli occhi degli animalisti del vecchio continente. Il testo dell'accordo, già esaminato dal Consiglio dei ministri lo scorso mese di luglio, prevede semplicemente l'adesione dell'Italia alle intese europee del 1991 per salvare i pipistrelli dall'estinzione. Un salvagente ai chirotteri lanciato con 12 anni di ritardo anche perchè l'Italia era l'unico paese a non soffrire del problema dell'estinzione. Grazie alla conservazione di grotte naturali e parchi la penisola è quasi invasa dai pipistrelli. È uno dei paesi al mondo con più alta densità di chriotteri per chilometro quadrato. Tutte le specie contate in Europa sono presenti sul territorio italiano. A convincere Berlusconi però a compiere un passo che non gli sarebbe stato istitintivo è riuscito il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. Spiegando che il costo dell'operazione sarebbe stato di poco superiore a 60 mila euro annui, e che con pochi soldi si sarebbe fatto un figurone nei confronti dei partner. Oltretutto delle 30 specie di pipistrelli presenti sul territorio nazionale almeno sei potrebbero essere considerate se non in via di estinzione, numericamente ridotte e bisognose di norme di salvaguardia. Le risorse stanziate da Berlusconi serviranno anche a finanziare un grande studio sulla «preoccupante diminuzione generalizzata delle popolazioni di pipistrelli», commissionato dallo stesso Matteoli all'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. A seconda dei risultati di quella ricerca il ministero dell'Ambiente ha già preannunciato il possibile varo di «un piano di azione nazionale per i pipistrelli». Secondo il testo dell'accordo internazionale importato in Italia da Berlusconi al posto di ragni e scorpioni velenosi anche sotto la giurisdizione della penisola d'ora in avanti sarà «vietata la cattura, il mantenimento o l'uccisione di pipistrelli senza il permesso delle autorità competenti». Il governo italiano si è impegnato con quella firma a fare campagne di sensibilizzazione della cittadinanza «sulla importanza della conservazione dei pipistrelli», chiedendo di aiutare la difesa degli habitat naturali degli animaletti con «particolare riguardo a quelli che hanno stabilito la propria dimora in edifici». Problema anche per i costruttori edili, che dovranno evitare «gli agenti chimici impiegati per il trattamento del legno, visto che contengono un elevato grado di tossicità per i pipistrelli». L'Italia, come già fanno gli altri paesi che hanno aderito all'accordo, dovrà identificare «i siti che, nella propria area di giurisdizione, sono importanti per lo stato di conservazione die pipistrelli, nonchè per le loro dimore e la loro protezione». Non solo. «Tenendo conto», recita ancora il documento firmato dal governo italiano, «di eventuali considerazioni di ordine economico e sociale, «ogni paese proteggerà tali siti da danni o agenti di disturbo. Inoltre, ogni Parte si impegnerà ad individuare e proteggere aree importanti per il nutrimento dei pipistrelli da danni o da agenti di disturbo». Secondo le ultime intese internazionali sono 37 le specie di pipistrello

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