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Kofi Annan: servono più soldi per l'Iraq

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Il ministro del governo provvisorio di Baghdad apre agli imprenditori privati

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Annan ha inaugurato così a Madrid la Conferenza internazionale dei donatori per la ricostruzione dell'Iraq, che si propone di raccogliere fondi per diversi miliardi di dollari. Il salvadanaio dell'Iraq è già pieno a metà: ci sono dentro almeno 28 dei 55 miliardi di dollari stimati necessari dalla Banca Mondiale, di qui al 2007, per la ricostruzione del Paese devastato da trent'anni di dittatura di Saddam e dalla guerra. E anche gli americani sollecitano gli europei a scucire i cordoni della borsa: «Abbiamo sempre sentito i Paesi europei dire che considerano molto importante e nel loro stesso interesse la ricostruzione dell'Iraq. Speriamo che il loro contributo sia all'altezza delle loro dichiarazioni». Nel suo discorso ha sottolineato che l'Iraq vive oggi «un momento di speranza» dopo anni di «privazioni, conflitti, sanzioni, e indicibili violazioni dei diritti umani». «Un'era terribile si è chiusa - ha aggiunto il segretario generale dell'Onu - ma gli iracheni continuano a soffrire per l'insicurezza, la violenza criminale e il caos» e per questo è necessaria «l'assistenza della comunità internazionale» per ricostruire un paese segnato da anni di sofferenza. E così, mentre fuori dal recinto della Conferenza le delegazioni nazionali discutono dell'entità dei singoli contributi alla ricostruzione dell'Iraq - che saranno annunciati oggi, durante la sessione dedicata agli interventi dei ministri, fra i quali quello di Franco Frattini per l'Italia - il governo provvisorio iracheno ha approfittato dell'occasione per vantare la convenienza di investire nel suo paese. «Il nuovo Iraq avrà prima di tutto un'economia di mercato» ha detto il ministro del Commercio del governo transitorio, Ali Allaui davanti al Forum di 332 imprese e organizzazioni del settore privato, organizzato parallelamente alla Conferenza internazionale. «Noi aspiriamo e speriamo vivamente di diventare a breve termine un paese stabile, democratico e moderno, con l'aiuto della comunità e del settore privato internazionali», ha aggiunto Allaui, sottolineando che «nessun settore dell'economia sarà chiuso agli investimenti stranieri, tranne quello petrolifero». Ma ieri in Iraq è continuato lo stillicidio di attentati con un soldato Usa ucciso e due feriti vicino a Baquba, a nord di Baghdad .

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