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Spie del Kgb, sabotaggi trasversali

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Lo ha detto il senatore Paolo Guzzanti che guida l'organismo bicamerale d'inchiesta, a margine di un convegno a Mestre di FI proprio sul Dossier Mitrokin. Guzzanti ha spiegato che si è «appena cominciato perchè è un lavoro duro e burocratico. Si tratta di controllare centinaia di migliaia di documenti». Il parlamentare, certo che «la verità salterà fuori», ha rilevato che prima di Natale sarà completata «la parte più ostica che è quelle che riguarda la gestione del dossier Mitrokin da parte dei servizi segreti e dei Governi dal 1995 fino al 1999». «Concluderemo questa parte con l'audizione dell'Amm. Battelli e del gen. Siracusa, dopodichè penso che porteremo in Parlamento una prima relazione». Guzzanti ha poi precisato che la seconda parte dell'inchiesta riguarderà le attività di 50 anni di Kgb in Italia: «Non daremo la caccia alle spie - ha sottolineato - perchè non è il nostro compito. Non siamo un organismo di intelligence; vorremo solo capire bene in che modo il Kgb, che non era un servizio segreto ma una polizia segreta, ha esercitato la sua influenza sulla politica, stampa, informazione o deformazione dell'opinione pubblica italiana». Il lavoro della Commissione sul dossier, ha spiegato il presidente, «non ha niente a che vedere con il partito comunista italiano. Tanto è vero che, come il dossier Mitrokin mostra, la maggior parte delle persone politicamente impegnate che compaiono nelle carte non sono del Pci, ma del Psi, che era il mio partito. Ho scoperto che 3-4 colleghi dell'Avanti, dove lavoravo, compaiono con importanti posizioni». Ma ci sono nomi legati anche alla Dc e di altri partiti «e certamente anche nel Pci». Guzzanti ricorda che tra i tanti nomi nel dossier ci sono quelli dei giornalisti Viola, Zincone, Corvi, «colleghi dei quali sono sicuro della loro estraneità». Il presidente della Commissione poi ha ricordato che in vari paesi, in cui ci si è occupato del dossier, ci sono stati arresti, processi e condanne, come gli Usa, Gran Bretagna, Belgio, Germania e Austria. «In Italia e Francia non è stato fatto niente». Guzzanti ha concluso evidenziando che «non c'è nessun intento di uso o malo uso di questa commissione; spero di chiudere molto prima della fine della legislatura cosicchè nessuno possa accusare la commissione Mitrokin di essere uno strumento di campagna elettorale».

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