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«Anarchici o separatisti dietro i pacchi-bomba»

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Il giorno dopo l'arrivo dei pacchi-bomba, uno dei quali esploso al ministero del Lavoro, a Roma, si cerca di ricostruire piste e mandanti. Già: non ci sono state rivendicazioni e il presidente del Copaco non crede che dietro gli attentati si celino i brigatisti. «Abbiamo le nostre notizie - spiega - e da tempo sappiamo che si è costituita un'area cosiddetta anarco-insurrezionalista che purtroppo è diventata più vasta. È lì, in quegli ambienti che bisogna cercare» spiega Bianco. Insomma, la prima ricostruzione fornita dal ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, sarebbe errata. L'area anarco-insurrezionalista, poi, potrebbe essersi saldata con il separatismo sardo, «questo mi sembra evidente per i pacchi-bomba a Cagliari e al ministero del Lavoro» aggiunge il presidente del Copaco. La Procura di Roma ha avviato un'inchiesta per i reati di associazione eversiva e minaccia sui tre ordigni recapitati giovedì. Il fascicolo è stato assegnato ai pm Giuseppe De Falco e Giancarlo Capaldo con il coordinamento del capo del pool antiterrorismo Franco Ionta e del procuratore Salvatore Vecchione. Al momento la pista privilegiata rimane ancora quella degli anarco-insurrezionalisti, alla luce della natura dei pacchi incendiari e delle modalità riconducibili ad attentati compiuti in passato. Ma la paura aumenta: tanto che il direttore centrale della Polizia stradale, ferroviaria della comunicazione e reparti speciali, Pasquale Piscitelli, ha diffuso una circolare nella quale si invita a contattare «con assoluta urgenza» le direzioni provinciali delle Poste italiane affinchè «sensibilizzino il personale». Intanto, ieri c'è stato un falso allarme bomba all'aeroporto di Fiumicino: gli artificieri sono entrati in azione per far brillare un pacco sospetto. Si trattava in realtà di un regalo, una sveglia, contenuta in un pacchetto di cartone trovato abbandonato. El. Mar.

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