Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

UN PUZZLE con molti tasselli ancora da incrociare.

default_image

  • a
  • a
  • a

La partita della Finanziaria si gioca su due-tre caposaldi e su una serie di subordinate. Condono. È il principale tassello da incastrare e su cui infuria il braccio di ferro intorno al Governo. Da un lato c'è il ministro del Tesoro che intende realizzare più soldi possibile da questo versante di entrate. E punta quindi ad allargare fino a 4 miliardi di gettito i contorni della sanatoria. Ma di fronte a questa scelta si è alzato il muro di An, che ha tra le sue fila il ministro dell'Ambiente poco propenso a «mettere la faccia» su un condono allargato anche ad abusi di grandi dimensioni. Non a caso ieri sera Fini ha incontrato di nuovo Matteoli. Sigarette ed alcolici. Da qui la necessità, nel caso di uno stop, di ripristinare antiche forme di tassazione. Ed ecco riaffacciarsi l'idea di nuove tasse su sigarette (fino a 10 centesimi a pacchetto) e alcolici (50 cent). Misure ben viste dal ministro della sanità Sirchia che vedrebbe così tramontare anche l'ipotesi di un nuovo ticket sui farmaci. Ma nelle file di Forza Italia c'è chi spinge per una serie di tasse di scopo, dalla porno-tax già, lanciata con poca fortuna nella scorsa Finanziaria, fino a giri di vite sui video-poker. Concordati e fisco. Altra strada da percorrere per rastrellare risorse, è quella dei condoni e concordati fiscali. Se la riapertura del condono tombale anche ai redditi 2002 appare avere una serie di controindicazioni tecniche, sta prendendo quota il varo di un concordato previdenziale preventivo cui, secondo le ultime indiscerzioni potranno aderire anche imprese e lavoratori autonomi risultati non congrui agli studi di settore. Per trovare un accordo con il fisco questi soggetti dovrebbero però pagare una sorta di ticket di ingresso che frutterebbe un extra gettito di circa 1 miliardo. Secondo calcoli del Governo circa il 20% della platea dei contribuenti sarebbe infatti non in regola con gli studi di settore. Regioni. A pagare cara la manovra potrebbero essere le Regioni. Se da un lato le si inchioda a un maggior rispetto del patto di stabilità tagliando i trasferimenti, dall'altro si pensa a un congelamento delle addizionali fiscali a partire dall'Irpef. Non potranno quindi aumentare le tasse e si profila quindi una stretta su servizi e prestazioni ai cittadini. P. T.

Dai blog