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Welfare a singhiozzo

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A stabilirlo è stata la legge quadro 328 del 2000, nota anche come legge Turco. Si tratta di una pietra miliare nel mondo dell'assistenza, prima di questa il settore era regolato dalla legge Crispi, che risale a un secolo precedente Ironia della sorte, poco dopo la legge quadro le politiche sociali sono diventate materia esclusiva delle Regioni. Proprio per fare il punto sullo stato dell'arte di una professione dai risvolti importanti, è stato presentato ieri il secondo Rapporto sulla situazione del Servizio Sociale, realizzato dal Cnel, e dall'Ordine nazionale degli assistenti sociali. Ne è emersa un'Italia a "macchia di leopardo", con i servizi differenziati Regione per Regione. In Italia c' è un assistente sociale ogni 2000 abitanti e i Comuni si confermano i primi gestori e titolari dei servizi sociali svolti a livello locale a favore di bambini, anziani, disabili, emarginati, immigrati, e più in generale per le fasce deboli della popolazione. Alcune "idee guida" sono state recepite, ma con pesi e caratterizzazioni differenti. Sono sempre più numerosi, poi, i giovani che si avvicinano a questa professione: a un anno di distanza dall'istituzione del primo corso, sono ormai 51 le lauree triennali in Scienza del servizio sociale. Le iscrizioni sono cresciute nell'ultimo anno accademico del 20%. Gli assistenti sociali chiedono che si investa su di loro come su di una figura centrale del welfare locale, e rivendicano una capacità di lettura che sta nel loro dna. Anche l'Europa si muove: con una raccomandazione i Governi sono chiamati a sostenere, oggi più che mai, una professione dal cuore antico ma in rapido cambiamento.

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