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di DINO TIERI SLITTA quasi certamente al consiglio dei ministri di lunedì il varo della legge finanziaria 2004.

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Le linee della manovra sono state illustrate ieri alle forze sociali. Confermate struttura e entità: manovra di correzione di 16 miliardi, cinque dei quali da destinarsi allo sviluppo. Rivisto il quadro generale tracciato nel Dpef: per l'anno prossimo, deficit al 2,2 del pil invece dell'1,8 prima previsto e crescita limitata all'1,9. Ancora da definire partite importanti come il condono edilizio il quale, ha detto il vicepremier Fini, è ancora in fase di messa a punto ma, comunque, sarà rispettoso dell'ambiente. Freddo il commento di Confindustria, negli ultimi tempi più volte critica sull'operato del governo, negativi quelli dei sindacati, con la Cgil in testa a inseguire l'ipotesi dello sciopero generale contro l'intervento in arrivo sulle pensioni. Su posizioni molto dure anche la Cisl che tuttavia attende di conoscere i dettagli delle cifre. Tremonti ha definito la sua Finanziaria «senza tagli» e «in parallelo alla delega sulle pensioni». Ha quindi rivendicato: «Non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani ma anzi cerchiamo anche di mettere qualche soldo nelle tasche dei cittadini per ridare fiducia». «La spesa pubblica - ha ancora dichiarato - resterà invariata in rapporto al pil» e ha ribadito: si tratterà di una Finanziaria di «protezione e di garanzia». Il confronto con le parti sociali quindi «continua», ha detto Fini, «anche per quel che riguarda l'aspetto connesso con la riforma previdenziale di cui questa sera non abbiamo parlato, ma che, come già detto in altre circostanze, faremo nei prossimi giorni». L'incontro governo-sindacati Sulla riforma previdenziale è stato fissato a domani pomeriggio. La Confindustria è uscita poco entusiasta da Palazzo Chigi. Il direttore generale Parisi (il presidente D'Amato è negli Usa) ha sospeso il giudizio in attesa che si chiariscano gli strumenti della manovra, ma ha promosso solo i 5 miliardi destinati allo sviluppo. Ha invece criticato la tecno-Tremonti («non basta»), le mancate convocazioni da parte del governo, e si è detto molto preoccupato per la credibilità del Paese: «Se calerà, altro che manovra di sviluppo», ha dichiarato. Le critiche dei sindacati, oltre che sulla riforma delle pensioni, hanno riguardato sia il metodo che quei contenuti che sono stati loro comunicati ieri. Cgil, Cisl e Uil, che hanno anche avanzato la richiesta di aprire col governo un tavolo sui problemi dell'inflazione, hanno, come Confindustria, contestato il fatto di non essere stati consultate durante la confezione della manovra. Epifani ha detto che se la Finanziaria sarà varata con la riforma pensionistica la Cgil darà una risposta di lotta, che diverrà certa se sarà toccata la riforma Dini. Il leader della Cisl Pezzotta, in attesa di conoscere nel dettaglio la manovra, ha detto che «se l'inflazione programmata per il 2004 rimane all'1,7% non siamo d'accordo» perché si avrebbero ripercussioni insostenibili sui salari. Per Angeletti (Uil) la manovra è «di galleggiamento».

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