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Il ministro agli alleati: deficit/pil potrebbe arrivare al 2,6%, stiamo come la Francia

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Secondo il titolare del dicastero di via XX settembre il nostro Paese rischia di sfiorare nel 2004 un rapporto deficit-pil prossimo al 2,6%, troppo vicino dunque alla soglia del 3% prevista da Maastricht. Secondo le parole del ministro, riportate dalle fonti presenti, l'Italia correrebbe così il rischio di avvicinarsi ad una situazione di tipo francese. Da qui la necessità di raggiungere un accordo di carattere politico che limiti al massimo le richieste delle forze politiche per raggiungere l'obiettivo di un rapporto pari al 2,1%. Una affermazione che sarebbe stata accolta con preoccupazione dagli esponenti di An e Udc, i quali avrebbero comunque ricordato al ministro la necessità di mantenere, nonostante la assoluta esiguità dei margini finanziari, gli impegni assunti sul fronte dello sviluppo del mezzogiorno e a sostengo delle famiglie (gli interventi saranno tra 5 e 6 miliardi). È stata confermata, inoltre, l'entità della Finanziaria pari a 16 mld di euro di cui 2/3 verrebbero da interventi una tantum, 1/3 invece da misure strutturali. Entro la prossima settimana 27 settembre il consiglio dei Ministri esaminerà il decreto legge per il varo della terza fase (Scip 3) sugli immobili pubblici. Il testo comprenderà le norme più favorevoli per gli inquilini degli alloggi inseriti nelle due tranche precedenti ed anche la vendita di terreni agricoli demaniali. Gettito stimato: 3 miliardi di euro. Il concordato preventivo invece sarà per le piccole imprese ed avrà estensione triennale. Il provvedimento si collega all'introduzione della nuova imposta sulle società (Ires) e fornirà un introito di 1 miliardo di euro. Dal condono edilizio arriveranno altri 3 miliardi di euro. Da precisare alcuni dettagli: l'estensione alle aree demaniali, la scadenza per l'ultimazione delle opere da sanare (probabile il 31 marzo 2003), il limite (per ora si parla di piccoli abusi interni o costruzioni fino ad un massimo di 750 metri cubi ma c'è chi scommette su un allargamento dei limiti), il costo per mettersi in regola (100 euro a metro quadro più una tantum di 500). La sanatoria edilizia non dovrebbe pesare sui comuni: l'amministrazione centrale subentrerà per i costi di accertamento, verifica e riscossione.

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