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Pensioni: per An c'è ancora da discutere Maroni attacca «sprechi, abusi e privilegi» e indica invalidità e dipendenti pubblici

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Quindi nella messa a punto della manovra si scremano le proposte e le forze della maggioranza decidono su cosa puntare: per An un tema forte rimane il bonus anziani. Intanto proseguono a più livelli, soprattutto informali, le trattative sulla prossima manovra. E per oggi è possibile la convocazione di un vertice della Casa delle Libertà che dovrebbe affrontare due temi caldi: le pensioni e il condono edilizio. Quella del bonus per tenere gli anziani in casa è un'idea emersa pochi giorni fa e caldeggiata dal viceministro Mario Baldassarri. Si punta sul sociale e riemerge anche un antico problema più volte affrontato ma non risolto con le scorse finanziarie: quello degli incapienti, cioè chi non raggiunge un reddito sufficiente neanche per ottenere, ad esempio, le detrazioni fiscali. Con una nota, la delegazione di An composta dal ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno e dal vice ministro dell'Economia Mario Baldassarri, ieri sera ha fatto sapere che su finanziaria e pensioni «il confronto è tuttora in corso» anche se «un dialogo schietto fra le varie componenti della maggioranza ha già permesso di creare collegialmente i presupposti oggettivi affinché un accordo venga raggiunto entro breve tempo». An però invita alla calma: anche se c'è una «comprensibile volontà di accelerare i tempi», si legga ancora nella nota, è necessario che «l'intesa sia definita con precisione e con chiarezza su tutti gli argomenti», che è esattamente quello che si sta facendo in questa fase. Terminato il lavoro, quindi, «le linee della finanziaria e le proposte sul sistema pensionistico saranno esaminate dal vertice dei leader della Cdl, dal quale, come An ha esplicitamente richiesto, dovranno uscire due documenti "aperti" da sottoporre immediatamente al confronto con le parti sociali. Altre voci o notizie di stampa che riferiscono di un lavoro già completato - concludono i due rappresentanti di An - e di accordi già definiti sono per ora solo ipotesi o auspici». Intanto, il ministro del Welfare Maroni torna a criticare pensioni «d'oro» e abusi, come le pensioni di invalidità. «Abbiamo sottoposto al ministero dell'Economia - dichiara - una serie di proposte per eliminare sprechi, abusi e privilegi» annidati nel sistema previdenziale italiano e «credo che verranno messe in Finanziaria senza diminuire in nessun modo i diritti». «I risultati - annuncia - saranno sorprendenti già nelle prossime settimane». Maroni comunque ha anche assicurato che non ci sarà una stretta sui lavoratori autonomi: »Non procederemo ad un aumento dei loro contributi». E dato che tocca il tema dei privilegi, Maroni fa riferimento anche alle pensioni dei parlamentari, che difende. «Non posso fare a meno di sottolineare - dice - che circolano voci false. Dal '96, infatti, quindi dalla riforma Dini, le pensioni dei parlamentari, dal punto di vista dei requisiti richiesti, sono identiche a quelle di qualsiasi lavoratore che ha iniziato a lavorare dopo il '96 con il metodo contributivo puro. Chiaramente vale sempre il meccanismo per cui più alto è il reddito, più alti sono i contributi e quindi l'assegno pensionistico». Insomma per il ministro del Carroccio, le pensioni mega dei parlamentari sono «una leggenda. I privilegiati - attacca - sono altri. E cioè quei dipendenti pubblici che ricevono sia la pensione sia, per alcune mensilità e dopo essere usciti dal mondo del lavoro, una parte di stipendio secondo un meccanismo poco trasparente che noi stiamo cercando di portare a conoscenza e che invece viene tenuto nascosto». «Noi interverremo per eliminare gli abusi - dichiara - senza penalizzare chi non ha lavoro e deve essere aiutato. Chi non può lavorare, infatti, riceverà il reddito di ultima istanza». Poi con un occhio rivolto agli alleati che, come Udc e An, hanno criticato l'ipotesi di una stretta sui trattamenti dei dipendenti pubblici, osserva: «Io non ho nulla contro i dipendenti pubblici ma purtroppo

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