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«Prodi spieghi la decapitazione della Stet»

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I vertici che sostituirono Agnes e Pascale ebbero un ruolo di primo piano nella trattativa

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Ne parliamo con il professor Carlo Taormina, deputato di FI e membro della Commissione parlamentare d'inchiesta. Chi è il politico italiano il cui nome appare nelle carte della documentazione del notaio Boscaro? «Non c'è solo il nome di un politico, ma riferimenti ad altri politici attraverso l'indicazione della funzione che svolgevano in quel periodo. Il nome del politico citato appartiene al novero delle persone che sono state indicate dal testimone Marini». Qual è il ruolo della società «Shine» citata nella documentazione giunta dalla svizzera? «Opera nel settore delle tlc e ha utilizzato tecnici e consulenti che coincidono con professionisti di cui Nomisma, la società dove Prodi era Presidente del comitato scientifico fino al 1995, si era avvalsa per un periodo. Prodi deve spiegare perché pensa che gli italiani siano così cretini da credere che operazioni come queste non fossero a sua conoscenza. Ricordo a Prodi che fu lui a cacciare dai vertici Stet Agnes e Pascale (si veda anche intervista a Biagio Agnes su Panorama del 10 aprile 2003, pag. 89). Prodi ci deve spiegare perché alla testa dell'operazione ha messo Tomaso Tommasi di Vignano, il quale ha deciso tutto senza sentire nessuno». La documentazione giunta dalla Svizzera è incompleta? «Sì, purtroppo c'è stata una selezione. Non pensavo che le autorità elvetiche giungessero a tanto. Non dico che non sono state serie ma ci auspicavamo che inviassero anche documenti relativi agli alri reati e non solo quelli riferiti al riciclaggio. La lettera che accompagnava la documentazione ci ha lasciato perplessi. Marini ha fatto grosse operazioni finanziarie a vantaggio di alcuni circuiti che conducono ad Al Qaeda. Questa notizia ci fu data dal maresciallo Quaresima e l'abbiamo riscontrata nell'interrogatorio con Marini. Quest'ultimo ci ha svelato di essere un collaboratore delle autorità greche ed americane e queste autorità hanno aperto delle procedure giudiziarie su Marini. Se avessimo avuto queste carte, avremmo potuto riscontrare ancora di più l'attendibilità di Marini. Il procuratore Maddalena interroga Marini da maggio e non ha mai sollevato alcuna contestazione di calunnia». Cosa vi aspettate dalla trasferta di Belgrado o pensate che venga perseguita la linea omertosa di Slobodan Milosevic? «Non capisco altri silenzi come quello del Pm Carla del Ponte, la quale sta facendo indagini nel procedimento a carico di Milosevic per la pulizia etnica al tribunale de L'Aja, che ha dichiarato di avere carte che potrebbero interessare dell'autorità giudiziaria italiana e anzi, manda segnali in cui si dice disponibile a parlare con le autorità giudiziarie italiane piuttosto che con la Commissione. È strano. Il ministro della Giustizia serba (Vladan Batic, nda) ha qualificato questa Ts come "una rapina internazionale". Detto da un ministro in carica fa pensare ad un atteggiamento diverso da parte degli uomini di Belgrado». Come va il rapporto con la procura di Torino? «I magistrati erano venuti in Commissione a dirci che Ts era una montatura giornalistica de La Repubblica». Mi pare che i risultati della Commissione sono stati rilevanti e la procura ha rimesso in moto le indagini».

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