Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Telekom Serbia, Marini vuota il sacco

default_image

La Commissione parlamentare da oggi esaminerà la documentazione inviata dalla magistratura elvetica

  • a
  • a
  • a

Il faccendiere, ieri, è stato ancora interrogato per nove ore, per la sesta volta, nel carcere delle Vallette dal procuratore capo Marcello Maddalena e dal sostituto Roberto Furlan. Ai magistrati, secondo il difensore Luciano Randazzo, Marini continuerebbe a fornire importanti riscontri alle sue dichiarazioni. Ieri ha parlato del passaggio di 120 milioni di dollari nel conto Zara, che, secondo il supertestimone, sarebbero poi andati ai politici. L'avvocato Randazzo solleva però alcuni dubbi sui documenti trasmessi dalle autorità elvetiche alla commissione parlamentare presieduta da Enzo Trantino. «Siamo al giallo delle carte svizzere», commenta il difensore, ricordando che «Marini ha elencato 30 faldoni, sono arrivati 400 fogli, evidentemente qualcosa non quadra». Comunque solo oggi, alla riapertura dei lavori, dove si prevede continuerà l'aspro scontro tra maggioranza e opposizione, i dossier saranno tirati fuori dalla cassaforte di Palazzo San Macuto. Per l'avvocato Randazzo «siamo nella fase dei riscontri. Riscontri di investigazioni collaterali che la Procura sta facendo e su cui Marini risponde bene». Ad affermarlo, al termine del lungo interrogatorio di oggi, è il legale del faccendiere, l'avvocato Luciano Randazzo, che non scende nei dettagli del colloquio con i magistrati dal momento che gli atti sono nuovamente stati secretati. «Ci sono delle novità - precisa soltanto l'avvocato Randazzo - su episodi già noti ma che ora diventano sempre più articolati, dettagliati e precisi». Il legale di Marini parla poi di «rivelazioni abbastanza importanti soprattutto in ordine al suo trattamento in Svizzera». Per metà della prossima settimana saranno fissati i confronti, richiesti dallo stesso faccendiere, fra Igor Marini e gli altri indagati. Le schermaglie e lo scambio di accuse tra Ulivo e Casa delle libertà sulla vicenda Telekom Serbia non si sono del resto mai fermate. «Non abbiamo nessun timore che si accendano i riflettori su questa vicenda di Telekom Serbia. Prodi ha risposto con chiarezza e puntualità» sostiene il leader della Margherita Francesco Rutelli, accusando la maggioranza di averla tirata fuori «perché non si parli dei problemi reali del Paese». Ma Dario Rivolta, responsabile Esteri di Forza Italia, per molti anni è stato uno dei principali manager della Fininvest nei mercati dell'Est europeo attacca, affermando che «non è credibile che Piero Fassino fosse all'oscuro di tutto: è stato il responsabile esteri del Pci e conosceva benissimo tutta la dirigenza degli stati ex comunisti». Rivolta, a sorpresa, difende però le ragioni e le modalità dell'acquisto di Telekom Serbia con un contratto «ineccepibile e vantaggioso» e giudica personaggi e intermediari come Marini «nella norma» quando si devono realizzare affari in paesi a rischio. Però sostiene che i soldi non sono stati utilizzati tutti per affari telefonici, ma «era previsto un ritorno segreto in Italia di capitali», un «filone tangentizio» per alimentare i partiti politici alla vigilia d'un importante confronto elettorale. M. M.

Dai blog