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Il bilancio di Cicchitto: «Siamo un grande partito interclassista e moderato»

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Svolge un ruolo centrale nella vita politica italiana ed ha come suo riferimento internazionale il Partito popolare europeo». A parlare è Fabrizio Cicchitto, vicepresidente dei deputati forzisti, che traccia un bilancio della due giorni di Gubbio, dove lo stato maggiore del partito si è riunito in seminario per confrontarsi sulla politica estera e sul futuro del movimento. «In questo quadro svolgiamo un ruolo di moderazione e di mediazione nella politica interna del Paese e dentro la stessa coalizione che sostiene l'attuale governo» ha spiegato Cicchitto, dopo le polemiche di questi giorni sulla giustizia e il caso Telekom Serbia che hanno invelenito il clima politico. «Esercitiamo quindi un ruolo di mediazione. Dopodichè -ha osservato- le vicende che riguardano le commissioni parlamentari di inchiesta sono specifiche, sono un caso a se perchè attengono alla responsabilità dei parlamentari che ne fanno parte e sono impegnati a svolgere il loro lavoro in quella sede». Cicchitto replica poi alle accuse dell'opposizione su Telekom Serbia. «Ricordo, anche negli anni passati l'uso che la sinistra ha fatto delle commissioni d'inchiesta, come quelle antimafia e sulle stragi. È stato un uso - ha sottolineato il vice capogruppo alla Camera di Forza Italia - funzionale a costruire una teoria storico-politica del doppo stato, secondo la quale la Democrazia Cristiana governava tramite mafia camorra e Cia». Alfredo Biondi invece è convinto che sia tempo di «riequilibrio fra le forze in campo». «Finalmente la base di Forza Italia o almeno chi crede di interpretarla si muove. Se i cattolici (ex Dc) o assimilabili si sono agitati in timore di un ticket laico-socialista, che cosa dovrebbero dire i liberali che da qualche tempo lamentano che il baricentro di Forza Italia sia stato al contrario, finora appannaggio dell'area cattolica?». L'esponente della corrente liberale di Forza Italia è convinto che «tutto questo faccia bene ad un movimento che sembrava di più un'entità statica legata in tutte le sue componenti alle scelte del presidente Berlusconi, sulla cui leadership non c' è discussione. Ora, in vista del congresso e dopo gli ultimi preoccupanti risultati elettorali, Forza Italia ha bisogno, la parola è giusta, di un coordinatore nel senso letterale, cioè che metta ordine non solo sul piano organizzativo, ma anche su quello di riequilibrio tra le varie componenti». Replica Maurizio Lupi: «Chi pensa a una divisione tra laici e cattolici in Forza Italia non ha compreso la grande novità che Silvio Berlusconi ha introdotto nella politica italiana: cioè il superamento della tradizionale divisione tra laici e cattolici, dando vita ad un nuovo partito in cui confluiscono i valori di entrambe le tradizioni, in particolare quelli della libertà e della persona».

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