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di LUIGI FRASCA CI SIAMO, dopo la pausa estiva il nuovo anno scolastico sta per cominciare.

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Tutti potranno usufruirne. Proprio ieri il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, insieme a quello dell'Economia, Giulio Tremonti, ha firmato un decreto interministeriale con il quale vengono erogate risorse per 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 a favore delle famiglie che iscrivono i figli minori presso scuole private. «Il contributo è un provvedimento che favorisce la libera scelta delle famiglie» ha affermato il ministro dell'Istruzione. «È un fatto di equità - ha aggiunto - che favorisce le famiglie nella scelta libera del percorso educativo dei propri figli». Soddisfatto anche Luca Volonté, capogruppo dell'Udc alla Camera, uno dei promotori del provvedimento: «Per la prima volta e grazie ai nostri sforzi - ha dichiarato - in Italia si passa dal principio di libertà di scelta ad una reale attuazione». La vera sorpresa di questo decreto interministeriale sta nell'assenza di tetto di reddito: l'unico requisito per beneficiare dei contributi è l'iscrizione all'anagrafe tributaria e il domicilio fiscale in Italia. Il buono servirà a rimborsare parzialmente le spese sostenute per le rette d'iscrizione nelle scuole paritarie elementari (non parificate), medie e nel primo anno delle superiori. «L'obiettivo è creare i reali presupposti per la parità tra scuola pubblica e privata. E dare concretamente, in tempi relativamente brevi, un contributo alle famiglie ci è sembrato un modo più efficace di intervenire rispetto al prospettato credito d'imposta» ha commentato Alessandro Musumeci, direttore generale per il servizio Automazione e Innovazione tecnologica del ministero dell'Istruzione, ricordando che, comunque, il decreto firmato da Moratti e Tremonti è un atto tecnico dovuto che ottempera a quanto già previsto nella legge Finanziaria. Il ministero dell'Istruzione, dunque, stabilirà ogni anno, con un decreto, l'importo del contributo sulla base del numero degli iscritti nelle scuole paritarie e tenendo conto degli stanziamenti di bilancio dell'anno di riferimento (30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005). «Il ministero - spiega Musumeci - sta procedendo a una ricognizione informatica per avere il numero esatto di scuole e iscritti. Soltanto dopo aver determinato la platea potremo quantificare l'ammontare del buono». Secondo dati forniti da Tuttoscuola on line, gli istituti paritari in Italia sono 14.330 con quasi un milione di iscritti (991.620). La fetta maggiore però - fanno osservare al ministero - è rappresentata da scuole materne. Il contributo concesso dal decreto Moratti-Tremonti si cumula con eventuali buoni scuola già predisposti dalle Regioni, paga cioè la parte che non è coperta dai singoli enti locali. Se, ad esempio, viene stabilito che il contributo statale è 1000 euro e la regione già paga 500, lo Stato interverrà per coprire i rimanenti 500. Nel decreto viene poi previsto che l'importo del contributo possa variare in relazione al corso scolastico cui si riferisce. «L'ipotesi che stiamo studiando - spiega Musumeci - è quella di concedere contributi differenti per elementari, medie e superiori in considerazione del diverso peso delle rette di iscrizione». Duro il commento di Enrico Panini, segretario generale della Cgil Scuola. «Al governo non interessa sostenere lo studio dei ragazzi, qualunque sia la scuola che essi frequentano - ha affermato - ma aiutare la scuola privata mentre alla scuola pubblica continua a riservare solo tagli e disinteresse. «È una inaccettabile discriminazione - ha concluso Panini - che oggi fa sentire i ragazzi italiani meno uguale di ieri».

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