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Una misura che già c'è. Nessuno la usa

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Una normativa su questo tema già esiste ma ha prodotto scarsissimi risultati. Si contano sulle punte della dita coloro che ne hanno chiesto l'applicazione. Gli incentivi sono stati introdotti dal governo di centrosinistra con la Finanziaria 2001 e sono tutt'ora in vigore. La legge prevede la possibilità per coloro che hanno raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità di prolungare l'attività, d'intesa con il datore di lavoro, per almeno altri due anni. Il lavoratore interrompe il rapporto di lavoro e viene riassunto con un contratto a termine. Durante questo periodo «supplementare» i contributi anzichè finire all'Inps vanno nelle tasche del dipendente in una parcentuale che lavoratore e datore di lavoro concordano a trattativa privata. Naturalmente il valore della pensione è congelato al momento della chiusura del rapporto di lavoro. Questa formula è stata però un flop. Ha incontrato l'ostilità dei datori di lavoro che preferiscono assumere i giovani usufruendo delle varie formule di flessibilità ma anche dei lavoratori. Caduto infatti il divieto del cumulo tra pensione e altro reddito da lavoro qualsiasi incentivo a prolungare l'attività risulta inefficace.

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