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La nuova Italia scenderà dalle Dolomiti

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Occorre far presto perché non ci sarà la maggioranza dei due terzi necessaria a evitare eventuali referendum

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Quattro i temi in discussione: premierato, federalismo e devolution, Senato delle regioni, Corte Costituzionale. Su alcuni c'è già un accordo di massima. Su altri il confronto sarà serrato. È stato però subito precisato che il tema dell'«interesse nazionale» legato alla devolution di Bossi non costituisce un motivo di contrasto nella Cdl. Lo hanno sostenuto sia il «saggio» della Lega Roberto Calderoli che quello di An, Domenico Nania. Poiché la devolution, ha spiegato Calderoni, fa parte di un pacchetto ben più ampio di riforme, «è evidente e chiaro che non ci sono rischi né c'è paura per nessuno». «Su questo tema non c'è un grande contrasto», ha confermato Nania, «soltanto che la Lega aveva posto il problema e chiesto un approfondimento». La tutela dell'interesse nazionale, secondo Nania, può essere compensato con la formulazione di una seconda assemblea, un Senato delle Regioni che coordini le dinamiche regionali. Il nostro scopo, ha affermato il «saggio» di Forza Italia Andrea Pastore, è di completare le riforme iniziate dall'Ulivo e lo faremo inserendo nella devolution anche il rafforzamento del governo nazionale ed un controbilanciamento costituito da un «federalismo equilibrato» dove le Regioni possono già esercitare i poteri attribuiti con la riforma del Titolo V della Costituzione. Il testo delle riforme, ha detto Roberto Calderoni, non verrà reso noto nel corso del seminario perché prima deve essere sottoposto al vaglio di Berlusconi e degli altri leader. Calderoni invita gli altri saggi a «correre», ossia a fare presto perché il cammino delle riforme è ancora molto lungo. Secondo il rappresentante del Carroccio, il varo in Parlamento non avverrà con la maggioranza dei due terzi prevista dalla Costituzione per evitare il referendum finale. E nel 2005, quindi, ci dovrebbe essere la consultazione popolare che dovrà ratificare le riforme. Calderoli ha rilanciato l'aut-aut di Bossi: «O si fanno le riforme - o non staremo più nella maggioranza». Gli altri «saggi» sono ottimisti sui risultati del seminario. Non partiamo da zero, ha fatto presente il senatore Francesco D'Onofrio dell'Udc, perché un sacco di lavoro è già stato fatto in Parlamento. E si è detto convinto che i contrasti saranno superati perché «non ci sono questioni impossibili». La Cdl intanto invita l'opposizione al dialogo, ma inutilmente. Per Domenico Nania dal seminario di Lorenzago uscirà una proposta di riforme «aperta» al contributo anche delle opposizioni. Riforme? È stata la risposta del capogruppo dei Ds Violante, «ma se sono incapaci di governare!». Quello delle riforme, secondo i Ds, è solo un tentativo del governo di spostare l'attenzione dai problemi economici. Quando presenteranno le loro proposte, ha aggiunto, le discuteremo in Parlamento, «senza bicamerali, né tavoli paralleli, né offerte dai 4 saggi della montagna».

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