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La Calabria è libera di decidere il proprio nuovo Statuto

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L'esponente dell'Upr contesta i rilievi mossi alla carta fondamentale della Calabria in particolare su due punti: la sua ipotizzata incostituzionalità (ribadendo che essa è in linea con il dettato dell'articolo 122 comma 5 della Costituzione) e la figura del presidente («che resta - afferma - arbitro della legislatura»). Naccarato precisa che «il nuovo Statuto regionale della Calabria è stato anche frutto di un ampio confronto con tutte le articolazioni della società civile calabrese, e dai cittadini calabresi vorremmo far mettere il sigillo definitivo». «Noi pensiamo - osserva ancora Naccarato - che rischi tecnico-giuridici in riferimento ad aspetti di costituzionalità, non ve ne siano. Ci siamo infatti avvalsi della facoltà che, in tema di forma di Governo, la Costituzione garantisce a ciascuna Regione laddove all'art. 122, comma 5 stabilisce che "il Presidente della Giunta è eletto a suffragio universale e diretto salvo che lo Statuto regionale disponga diversamente". Ebbene la Calabria, commenta ancora il presidente della Commissione Riforme, «ha deciso di "disporre diversamente". Non so - aggiunge Naccarato - se ci può essere qualche rischio politico, non credo, anche perché in mancanza di reali rilievi giuridico-costituzionali la Consulta finirebbe con il doversi pronunciare su questioni affidate interamente al libero confronto politico. C'è sì un tentativo di mettere in cattiva luce le scelte che abbiamo fatto, ma ciò è stato possibile per il significativo margine di autonomia che la Costituzione garantisce alle Regioni». Naccarato, dichiarandosi «assolutamente certo» che la valutazione del Governo sarà senza preconcetti e senza pregiudizi, sottoline anche che «abbiamo inteso in questo modo anche regolamentare, a Costituzione invariata, il non automatico scioglimento del Consiglio in tutti i casi in cui le cause derivino da impedimenti personali e non politici del Presidente della Regione, volendo così privilegiare la possibilità che la coalizione completi la realizzazione del programma che a nostro giudizio interessa più da vicino i cittadini«.Anche per questo, spiega Naccarato, l'eventuale subentro «del Vice Presidente nei casi espressamente previsti - tutti assolutamente estranei alla rottura del rapporto fiduciario - non produce affatto il rafforzamento di questa figura, bensì quello di rafforzare la coalizione che ha vinto le elezioni».

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