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C'è caos anche sui diritti televisivi

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Sembrava infatti che il problema dei diritti televisivi, responsabile l'anno scorso dello slittamento dell'inizio dei campionati, potesse quest'anno venir risolto senza problemi con la presenza di due piattaforme televisive pronte a dividersi i diritti dei 38 club di A e B senza farsi alcuna guerra. Invece, nell'assemblea di Lega svoltasi oggi a Milano, è andata in scena l'ennesima faida tra le società del calcio professionistico italiano, divise sui contratti delle pay-tv. Antonio Matarrese, vicepresidente di Lega e presidente di Gioco Calcio, assicura che la sua piattaforma televisiva «è già pronta a trasmettere», ma poi Luca Campedelli, presidente del Chievo e di Pmt, il consorzio che riunisce le 5 società di A senza contratto, ammette che «c'è qualche possibilità che si parta tutti con un contratto con Sky». Ma la società di Murdoch ha già raggiunto la sua quota fissata per legge nel 60% dei club di A: «Siamo in Italia», taglia corto Campedelli. «Rischi che il campionato non parta? Zero per cento», chiarisce Galliani. Ma il presidente dell'Ancona Ermanno Pieroni ribadisce che o si fanno i contratti televisivi, o non si gioca. E allora oggi Matarrese, in rappresentanza della Lega, i dirigenti di Ancona e Sampdoria (ancora senza contratto) e quelli di Pmt incontreranno Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky. Doveva esserci anche Massimo Cellino, in rappresentanza dei 18 club di B, ma il presidente del Cagliari annuncia che «l'offerta di Sky è elemosina e la B può anche farne a meno e non andare in televisione». Cellino ha parlato di cifre intorno ai 500mila euro come offerta media, praticamente la stessa presentata un anno fa: «Con quei soldi, paghiamo lo stipendio di un giocatore. Vorrà dire che compreremo un calciatore in meno, ma la pay-tv ci rimetterà in abbonamenti. Non dimentichiamo che in serie B sono rappresentate regioni intere». Le società di B vorrebbero un contratto collettivo per una cifra non inferiore ai 30 milioni di euro. In ogni caso, «il campionato partirà regolarmente, perchè noi siamo persone serie», ha detto Cellino. Il presidente del Cagliari ha anche sottolineato quanto sia ingiusto che «per i diritti tv, la Juventus incassi 150 milioni di euro e tutta la serie B messa insieme neanche un quinto di questa cifra».

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