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CAGLIARI — Poche righe lette nell'aula del Consiglio regionale e poi via senza rilasciare altre dichiarazioni ...

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Mauro Pili, nel giugno 1999 eletto con il numero maggiore di preferenze, 151.952, nella lista di Forza Italia, non è riuscito a bissare l'esperienza di quasi venti mesi conclusa il 7 luglio con la sfiducia votata dall'Assemblea legislativa isolana. Non sono bastati gli appelli del suo partito, attraverso il portavoce Pietro Pittalis, per ricompattare attorno a lui una coalizione di centrodestra smembrata dalle defezioni dei tre esponenti dell'Udr (guidati dal suo predecessore alla guida della Regione Mario Floris) e dai tre autoespulsi da Alleanza nazionale, fondatori del neonato Movimento. Pili aveva il supporto di 38 consiglieri, ai quali si sarebbe aggiunto il voto del presidente dell'Assemblea, Efisio Serrenti, ma non è riuscito a raggiungere la quota minima di 41 su 80, indispensabile per ottenere la fiducia a scrutinio palese. Al di là dell'esperienza alla guida della Giunta cominciata il 15 novembre 2001, Pili ha così fallito il terzo tentativo di dare un governo alla Sardegna in questa legislatura, la cui scadenza naturale è fissata a primavera del prossimo anno. Mauro Pili è stato il più giovane presidente della Regione autonoma della Sardegna. Di bella presenza e dalla efficace parlantina, è considerato un pupillo del presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Nato a Carbonia (Cagliari) il 16 ottobre 1966, ma residente da sempre nella vicina Iglesias (della quale è stato sindaco dal 1993 al 1999), è giornalista professionista televisivo. È figlio d'arte, di Domenico, esponente di punta del partito socialista a cavallo degli anni Ottanta, consigliere regionale per tre legislature e per due volte assessore regionale all'Agricoltura.

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